La canapa è una pianta con una storia antichissima. Veniva utilizzata già migliaia di anni fa in Oriente per le sue innumerevoli proprietà. È infatti ricca di nutrienti e antiossidanti naturali che le consentono di essere una preziosa fonte di benessere. Oggi è rinomata non solo per le sue proprietà, ma anche per la sua versatilità, perché con tutte le sue parti si realizzano prodotti di ogni genere.
Esistono molteplici varietà di canapa, ognuna con le sue caratteristiche peculiari, ma le più celebri sono sicuramente la sativa, l’indica e la ruderalis. La prima, in particolare, è probabilmente la più conosciuta e utilizzata ma allo stesso tempo è quella su cui si fa maggiormente confusione, perché viene immediatamente associata alla marijuana e a tutto ciò che di illegale ruota attorno a essa.
In questo articolo cercheremo di conoscere meglio la canapa sativa, spiegandone le peculiarità e gli effetti ed elencheremo quali tipologie di prodotti, legali al 100%, possono essere ricavati da essa.
Cos’è la canapa sativa legale?
La canapa sativa viene coltivata fin dai tempi dell’antica Cina ma secondo ricerche recenti sembra che fosse molto nota anche nella zona del Mediterraneo. Tuttavia, i primi studi approfonditi su questa pianta vengono effettuati nel 1700, quando il biologo francese Jean-Baptiste Lamarck la analizzò e la classificò collocandola nella zona equatoriale dell’Asia, dell’America e in parte dell’Africa – dove è tuttora presente.
La canapa sativa appartiene alle Cannabaceae, una categoria di angiosperme dicotiledone, cioè di piante con fiore vero (in questo caso senza petali) e con un seme protetto da un frutto. È una pianta della famiglia della cannabis, molto forte e robusta, ed è sia maschile che femminile. Può essere alta fino a 7 metri e vantare rami lunghi e foglie molto strette, facilmente riconoscibili a colpo d’occhio. Si adatta senza troppe difficoltà all’ambiente in cui si trova e resiste alle lunghe estati, cioè al caldo, all’umidità e ai parassiti, da cui si protegge grazie alle sue cime folte.
La robustezza e l’alta resistenza all’acqua hanno reso la pianta perfetta, in epoche passate, per realizzare corde ma oggi, grazie alla bassa presenza di THC, si presta meglio alle lavorazioni industriali; viene sfruttata in tutto il mondo per la sua estrema versatilità, per usi medici o per creare prodotti di vario genere.
Differenza tra canapa indica e sativa
Esistono più tipologie di canapa e non è sempre semplice distinguerle, in particolare se consideriamo la cannabis sativa vs indica; eppure osservandole attentamente possiamo notare molteplici differenze.
Innanzitutto, l’indica si sviluppa molto lontano dalle zone calde e umide, in luoghi ad alta quota, freddi e asciutti come il Nepal e l’India, paese in cui essa è tipica. Adattandosi a questi climi, ha la capacità di fiorire più rapidamente occupando poco spazio ed è quindi più funzionale per le coltivazioni indoor e per ottenere molteplici raccolti in tempi brevi.
A livello visivo, inoltre, è facile riconoscere che l’indica, a differenza della sativa, non si sviluppa molto in altezza (2 metri al massimo) e compone una struttura fitta ma piuttosto cespugliosa, producendo foglie a ventaglio larghe e rigogliose.
Dove si trova la canapa sativa?
La canapa sativa è una pianta versatile con una lunga storia di utilizzo in vari settori, come vedremo, dalla produzione di fibre tessili all’uso in alimenti e cosmetici. Originaria dell’Asia e del Medio Oriente, la canapa sativa è stata coltivata per migliaia di anni e si trova oggi in diverse parti del mondo.
In Italia, la canapa ha una tradizione antica, soprattutto per la produzione di tessuti resistenti e corde.
Attualmente, la coltivazione della canapa sativa è diffusa in Francia, Russia, e in molti Paesi dell’Europa orientale come Ungheria, Polonia, Romania e Bulgaria, nonché in Asia, con la Cina come principale produttore mondiale. La pianta è apprezzata per la sua resistenza ai parassiti e la capacità di crescere in condizioni difficili, il che la rende una coltura ecocompatibile e una risorsa preziosa per l’agricoltura sostenibile.
Tutti gli utilizzi della canapa sativa legale
Come dicevamo, la canapa sativa è una pianta versatile che offre un’ampia gamma di utilizzi legali, che vanno dall’alimentazione alla cosmesi, dall’edilizia alla farmacologia.
Questa pianta è stata storicamente apprezzata per la sua capacità di crescere in terreni difficili e per la sua efficienza nel catturare anidride carbonica, quattro volte più di altre specie arboree. La sua coltivazione ha radici antiche, con tracce che risalgono al periodo neolitico, e arrivano fino ad oggi.
Nel tessile
Nel settore tessile, la fibra di canapa è conosciuta per la sua resistenza e durabilità. Prima che la cannabis venisse così a lungo ostacolata, era largamente diffusa come materia prima. Oggi, varietà selezionate di cannabis libere da principi psicoattivi sono coltivabili legalmente per usi tessili.
La canapa offre un’alternativa sostenibile al cotone e al poliestere, richiedendo meno acqua e nessun trattamento con prodotti chimici, fertilizzanti, antiparassitari o diserbanti. Inoltre, la canapa restituisce fino al 60-70% dei nutrienti al suolo, evitando il suo impoverimento. Per questi motivi, la canapa viene considerata una fibra sostenibile.
In Italia, la coltivazione della canapa da fibra, nota anche come canapa industriale, è regolamentata e incentivata, sia a livello regionale che nazionale e dell’Unione Europea. Le varietà di canapa utilizzate per il tessile sono selezionate per essere libere da principi psicoattivi e sono coltivate legalmente. Durante la crescita, la canapa assorbe una notevole quantità di anidride carbonica, contribuendo alla riduzione dell’impronta di carbonio. Inoltre, la canapa migliora la struttura del suolo e ne aumenta la fertilità, grazie al suo sistema radicale profondo che aera il terreno e ne previene l’erosione.
Dopo circa tre mesi dalla semina, le piante raggiungono la maturità e sono pronte per la raccolta. Successivamente, le fibre vengono essiccate, pettinate e infine filate, trasformandole in filo di canapa pronto per essere tessuto. Il tessuto di canapa risultante è noto per la sua resistenza, durabilità e proprietà antimicrobiche, rendendolo ideale per una vasta gamma di applicazioni, dall’abbigliamento agli accessori, dai tessuti per la casa ai materiali tecnici.
Nella farmacologia
L’uso della canapa sativa in farmacologia è un campo di interesse crescente, grazie alle sue molteplici proprietà terapeutiche. I cannabinoidi, come il CBD e il THC, sono i principi attivi più studiati della canapa e hanno mostrato potenziale nel trattamento di una varietà di condizioni mediche. In particolare, il CBD è noto per le sue proprietà anti-infiammatorie, anti-convulsive, anti-ansia, anti-nausea e anti-diabetiche, mentre il THC è spesso utilizzato per le sue capacità analgesiche e per stimolare l’appetito.
La cannabis terapeutica è impiegata principalmente per alleviare i sintomi di malattie croniche e nella terapia del dolore, specialmente in pazienti affetti da sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale, o per mitigare gli effetti collaterali di trattamenti come la chemioterapia e la radioterapia. Inoltre, è stata osservata una sua efficacia nel ridurre il vomito e la nausea, migliorare l’appetito in pazienti anoressici o affetti da AIDS e tumori.
In Italia, l’utilizzo della cannabis terapeutica è regolamentato dal “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope“, che ne sancisce l’uso durante la terapia del dolore e come supporto alle cure tradizionali. La produzione di cannabis a fini terapeutici è permessa e controllata, con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze che gioca un ruolo chiave nella produzione nazionale. I medici possono prescrivere la cannabis terapeutica, e i farmaci a base di cannabinoidi sono disponibili in farmacia su prescrizione medica.
La canapa legale ha effetti psicotropi?
Le infiorescenze della canapa sono ricchissime di cannabinoidi, soprattutto CBD e THC. Queste sono due sostanze molto diverse, il THC è la sostanza psicotropa, quella considerata illegale e che genera sensazioni anche di forte alterazione mentale e una diversa percezione di tempo e spazio. Invece, il CBD è la componente più benefica, con molteplici proprietà positive ed è in grado di far provare relax e di alleviare dolori e infiammazioni.
Quindi, se ti chiedi che effetto fa la canapa sativa, la risposta è che dipende di che tipi di canapa si sta parlando. Inoltre, a seconda del metodo di assunzione, gli effetti possono essere più o meno duraturi: la combustione e inalazione genera un’azione rapida che si esaurisce dopo 2-3 ore, mentre l’ingestione implica un’azione più lenta ma più duratura, fino a 10 ore.
La cannabis light, ovvero l’erba legale, non provoca nessuna alterazione psicotropa perché ha basse percentuali di THC in favore del CBD. Le proprietà della canapa sativa derivano piuttosto dall’abbondanza di nutrienti. È infatti ricca di Omega 3 e Omega 6, di Vitamine A, E e del gruppo B, possiede circa il 20% di proteine ed è una fonte importantissima di carboidrati, fibre e antiossidanti, che permettono di impiegarla agevolmente per alimenti e cosmetici.
Quando viene assunta, la sativa ha un effetto stimolante dell’attività cerebrale, perché sollecita la creatività e l’astrazione, provoca emozioni positive e un generale senso di beatitudine, rilassamento e distensione. Tutto ciò è possibile grazie all’elevato contenuto di CBD, dalle proprietà antidolorifiche e antidepressive.
Grazie alla massiccia presenza di terpeni (oltre 100) nella varietà femminile è infine portatrice di aromi inebrianti, freschi ed erbacei, che consentono di sfruttarla anche nell’ambito della profumeria.
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La canapa contiene il THC?
A differenza di altre varietà di Cannabis sativa, comunemente note come marijuana, la canapa contiene livelli molto bassi di THC. Il basso contenuto di THC rende la canapa non psicoattiva, il che significa che non può produrre gli effetti “sballo” associati alla marijuana.
Il THC è presente in tutte le varietà di Cannabis sativa, ma la concentrazione varia notevolmente. Nella canapa legale, il THC è presente in quantità così minime che non ha un impatto significativo sul corpo umano in termini di effetti psicoattivi.
La coltivazione della canapa è regolamentata per assicurare che i livelli di THC rimangano al di sotto della soglia legale. Questo controllo è fondamentale per distinguere la canapa legale dalla marijuana, che contiene quantità più elevate di THC e viene regolamentata in modo diverso a seconda delle leggi locali e nazionali. Ed è fondamentale anche per sancire la differenza tra fumo ed erba, per cui il primo è più ricco di THC mentre la seconda vanta livelli più elevati di CBD.
Nonostante ciò, possono verificarsi lievi controindicazioni nella canapa, quando non viene assunta nelle dosi e nelle modalità consigliate. Tra queste troviamo secchezza della bocca, stanchezza, vertigini, nausea e aumento della pressione sanguigna. Si tratta comunque di episodi rari e non gravi.
Quando è legale la canapa sativa?
L’erba legale in Europa deve contenere meno dello 0,2% di THC. La legalità della canapa sativa in Italia è stata stabilita con la legge n. 242 del 2 dicembre 2016, che promuove la coltivazione e la filiera agroindustriale della canapa. Questa legge ha rappresentato un punto di svolta per il settore, riconoscendo il valore agricolo e industriale della canapa e stabilendo un quadro normativo per la sua coltivazione e utilizzo.
Secondo la normativa italiana, la coltivazione della canapa è legale purché le varietà coltivate contengano un tenore di THC inferiore allo 0,2% per i venditori e allo 0,6% per gli agricoltori. Inoltre, le varietà di canapa devono essere iscritte nel Registro Europeo delle Sementi per essere considerate legali.
La legge n. 242/2016 ha anche un impatto positivo a livello ecologico, incoraggiando la coltivazione di canapa come coltura sostenibile che può contribuire alla riduzione dell’impatto ambientale in agricoltura, alla lotta contro la desertificazione e alla perdita di biodiversità. La canapa è vista come una coltura alternativa per la rotazione e come sostituto di colture eccedentarie, offrendo così nuove opportunità per gli agricoltori e per l’industria.
Per coltivare canapa in Italia, gli agricoltori devono seguire una procedura stabilita dalla Circolare del MIPAAF n.1 dell’8.5.2002, che include l’obbligo di comunicazione delle colture presso la caserma dei Carabinieri o il Corpo Forestale dello Stato del territorio d’appartenenza.
In aggiunta, una circolare del Ministero dell’Interno, datata 31 luglio 2018, ha chiarito che le infiorescenze della canapa con tenore superiore allo 0,5% di THC sono considerate “sostanze stupefacenti“, rientrando così nelle sanzioni previste dalla legge che disciplina stupefacenti e sostanze psicotrope (testo unico 309 del 1990), con possibili ricadute penali. Tuttavia, la coltivazione di canapa con varietà consentite e nel rispetto dei limiti di THC è permessa senza necessità di permessi o autorizzazioni particolari.
Metodi di coltivazione della canapa sativa legale?
Per iniziare la coltivazione, è essenziale selezionare varietà di canapa certificate e adatte al clima e al terreno locali. Tradizionalmente, la semina avviene in primavera, dopo l’ultima gelata, in terreni ben drenati e ricchi di materia organica. La canapa non richiede l’uso di pesticidi o erbicidi, grazie alla sua resistenza naturale a molti parassiti e malattie, il che la rende una coltura particolarmente ecologica.
La gestione dell’acqua è cruciale, poiché la canapa necessita di un’irrigazione adeguata durante le prime fasi di crescita, ma una volta stabilita, è relativamente tollerante alla siccità. La coltivazione della canapa per uso tessile richiede anche particolare attenzione alla qualità delle fibre, che devono essere lunghe, resistenti e flessibili.
La coltivazione della canapa sativa può quindi essere effettuata outdoor, ma anche indoor. La coltivazione outdoor sfrutta la luce naturale del sole, che è gratuita e spesso considerata ideale per la crescita delle piante di canapa. Questo metodo è generalmente meno costoso in termini di attrezzature e può produrre raccolti più abbondanti; tuttavia, le piante sono soggette alle fluttuazioni del clima e possono essere più vulnerabili a parassiti e malattie. Inoltre, la coltivazione outdoor è limitata alle stagioni e alle regioni geografiche che offrono le condizioni climatiche adatte.
La coltivazione indoor permette invece un controllo maggiore sulle condizioni ambientali. Questo metodo richiede un investimento iniziale più elevato, ma offre il vantaggio di poter coltivare durante tutto l’anno, indipendentemente dalle condizioni meteorologiche esterne.
È inoltre possibile utilizzare un sistema idroponico, che prevede la crescita delle piante in un substrato inerte, come la perlite o la fibra di cocco, anziché nel terreno. Le piante vengono nutrite attraverso una soluzione di acqua e sostanze nutritive, il che può accelerare la crescita e aumentare il controllo sui nutrienti che le piante ricevono.
Come utilizzare la canapa sativa legale
Come accennavamo poco fa, la canapa sativa legale offre un’ampia varietà di utilizzi che spaziano dall’industria tessile alla produzione di materiali da costruzione, dall’alimentazione alla cosmesi, fino ad arrivare a importanti applicazioni nel settore farmaceutico. Nel settore tessile, le fibre di canapa sono apprezzate per la loro resistenza e durabilità, rendendole ideali per la produzione di abbigliamento, accessori e tessuti per la casa. Queste fibre possono anche essere utilizzate per creare materiali isolanti e biocompositi nell’edilizia, contribuendo a ridurre l’impronta di carbonio delle costruzioni.
Dal punto di vista alimentare, i semi di canapa sono una fonte ricca di proteine, acidi grassi essenziali, vitamine e minerali, e possono essere consumati interi, trasformati in olio o utilizzati per produrre latte di canapa e altri alimenti. L’olio di canapa, in particolare, è noto per le sue proprietà nutritive e viene spesso incorporato in prodotti alimentari e integratori. Nel campo della cosmesi, l’olio di canapa è utilizzato per le sue proprietà idratanti e lenitive, trovando impiego in creme, lozioni e balsami per la pelle e i capelli.
I metodi di estrazione del CBD permettono di isolare le proprietà nutritive di questo cannabinoide, mantenendo comunque un basso livello di THC. La sostanza estratta può poi essere lavorata per la produzione di prodotti molto diversi tra loro.
Per utilizzare la canapa sativa legale in modo efficace, è fondamentale comprendere le specifiche applicazioni e i requisiti normativi associati a ciascun settore. Ad esempio, nel settore tessile, la qualità delle fibre di canapa è di primaria importanza, mentre in farmacologia, la purezza e la concentrazione dei cannabinoidi sono aspetti cruciali.
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È utile la canapa sativa dal punto di vista medico?
Nel campo della medicina la canapa sativa, che contiene oltre 100 cannabinoidi, ha dimostrato efficacia nel trattamento di diverse condizioni mediche. Una delle applicazioni più studiate riguarda il sollievo dal dolore cronico, con numerosi pazienti che hanno riportato un miglioramento significativo dei sintomi senza gli effetti collaterali spesso associati agli oppioidi e ad altri farmaci convenzionali. Inoltre, il CBD ha dimostrato proprietà antinfiammatorie, il che lo rende utile nel trattamento di patologie infiammatorie come l’artrite reumatoide.
La canapa sativa è stata anche impiegata con successo per alleviare i sintomi di alcune malattie neurologiche, come l’epilessia. Studi clinici hanno dimostrato che il CBD può ridurre la frequenza delle crisi epilettiche in pazienti affetti da sindromi epilettiche resistenti ai trattamenti convenzionali.
Al di là di ciò, la canapa sativa mostra promettenti potenzialità nel trattamento dei disturbi psichiatrici, come l’ansia e il disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa ridurre l’ansia agendo sui recettori cerebrali coinvolti nella regolazione dello stress.
Tuttavia, è importante notare che l’uso medico della canapa sativa è ancora oggetto di dibattito e regolamentazione. Mentre in molti Paesi sono stati legalizzati prodotti a base di cannabis a fini terapeutici, la ricerca è ancora in corso per comprendere appieno i suoi effetti, le dosi ottimali e le possibili interazioni con altri farmaci.
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