Potresti aver cercato dei rimedi contro il dolore ed esserti imbattuto nel CBD. Magari soffri di ansia o depressione e hai letto che il CBD aiuta in modo naturale a ritrovare il buonumore. Oppure potresti soffrire di insonnia e aver sentito dire che il CBD aiuta a dormire.
Questo incredibile principio attivo è diventato il rimedio naturale d’eccellenza per il trattamento di numerose malattie e condizioni più o meno gravi, qualunque sia la loro natura.
Il CBD, o cannabidiolo, è un composto naturale che viene estratto direttamente dalla pianta di cannabis, anche detta canapa. È diventato così famoso nel tempo (nei millenni, sarebbe giusto dire) grazie alle sue proprietà benefiche.
Sfortunatamente però, viene spesso confuso con il THC. Quest’ultimo ha lo stesso potere curativo ma, a differenza del CBD, è psicoattivo. Ciò significa che quando viene assunto in dosi massicce può portare allo sballo, o comunque all’alterazione delle proprie facoltà cognitive.
Dato che la sua composizione chimica è quasi identica a quella del CBD, molti li confondono e si chiedono se anche il cannabidiolo procuri sballo o qualsiasi altra alterazione mentale. In poche parole, tanti si chiedono quali siano gli effetti del CBD sul cervello.
Come agisce il CBD sul cervello?
Il CBD ha un reale effetto sul cervello, ma non nel modo in cui pensano tante persone. Il cannabidiolo è un rimedio così potente a tante malattie perché agisce direttamente sulla risposta del corpo a determinati stimoli. Giusto per fare un esempio, lavora sulla risposta al dolore causato dall’artrite.
Com’è possibile? Il nostro organismo produce già al suo interno delle sostanze che svolgono la stessa funzione, gli endocannabinoidi. Purtroppo però può capitare che non le produca nella corretta quantità. I cannabinoidi, come il CBD e il THC, hanno una composizione molto simile e questo significa che possono colmare le lacune dell’organismo.
Tale processo avviene per mezzo del sistema endocannabinoide, un sistema biologico che regola tantissime funzioni tra cui dolore, appetito, sonno, umore e molto altro ancora. È localizzato nel sistema nervoso centrale e in quello periferico, ed ecco spiegata l’azione del CBD sul cervello.
Il CBD interagisce con i recettori dei cannabinoidi, chiamati recettori CB1 e CB2, regolando così la risposta dell’organismo a determinati stimoli e aiutandolo a reagire al meglio. Ora vediamo più nello specifico tutto ciò che è in grado di trattare grazie a questo meccanismo.
Sollievo dal dolore
Uno dei primi usi del CBD conosciuti nella storia è stato proprio quello di rimedio contro il dolore. Già 5.000 anni fa pare che la cannabis venisse utilizzata per tale finalità. Ancora oggi il dolore fisico è una condizione che colpisce tantissime persone ogni giorno per le cause più svariate. Può trattarsi di un dolore dovuto a un trauma oppure a una malattia.
Le due tipologie di dolore che è in grado di trattare il CBD sono:
- Dolore acuto: è il dolore che perdura finché la causa scatenante non viene eliminata;
- Dolore cronico: è una tipologia di dolore generata da una causa, come una malattia, ma che dura nel tempo anche quando la causa che l’ha originato viene risolta.
Molto spesso i farmaci da banco, soprattutto quelli per il dolore cronico, possono portare a delle notevoli controindicazioni. A volte possono creare più danni di quelli che intendono curare. Ecco perché molti ricorrono ai rimedi naturali.
In che modo utilizzare il CBD come antidolorifico? Per il dolore diffuso il metodo più efficace è quello sublinguale, cioè devi posizionare alcune gocce di olio di CBD sotto la lingua e deglutire. Per il dolore localizzato invece è più efficace l’uso topico, quindi l’applicazione diretta sulla zona interessata.
Trattamento per ansia e depressione
Il secondo motivo per cui le persone si sono avvicinate al CBD è per curare la mente, oltre al corpo. L’ansia, lo stress e la depressione sono dei mali che stanno affliggendo sempre più individui in un mondo competitivo e materiale come quello nel quale viviamo. I farmaci da banco per la cura della depressione sono quelli con più controindicazioni, ecco perché in tanti stanno cercando dei rimedi alternativi.
Gli effetti del CBD sul cervello influenzano tutte queste 3 condizioni interagendo con il recettore della serotonina, chiamata anche “ormone del buonumore”. Il cannabidiolo sembra infatti rientrare tra quelle sostanze, come il cioccolato e il tartufo, in grado di aumentare la produzione di serotonina. Quando i livelli di questo ormone sono bassi, ti senti depresso e avvilito. Al contrario, quando i livelli sono alti provi una sensazione di benessere e di pace che coinvolge mente e corpo.
Quindi, intervenendo sui livelli di serotonina il CBD riesce a ridurre o prevenire la depressione e tutti i disturbi legati all’ansia, come l’ansia sociale o il disturbo da stress post-traumatico. Può anche trattare un disturbo molto più lieve ma anche molto più diffuso che è quello dello stress, favorendo una vita più serena, rilassata e felice.
Quante gocce di CBD servono per rilassarsi? Ovviamente dipende dall’intensità del disturbo di cui soffri e dalla tua esperienza con il CBD. Ti consigliamo di leggere l’articolo dedicato al dosaggio del CBD per scoprire l’esatta quantità. In ogni caso inizia con una dose bassa per poi eventualmente aumentarla.
Aiuta a dormire meglio
Dormire bene è essenziale per vivere e lavorare meglio durante il giorno. Molto spesso però è difficile avere un buon sonno a causa di molti fattori come gli orari sregolati e lo stress. Unito a delle sane abitudini, il CBD può davvero darti molto beneficio anche durante la notte aiutandoti ad avere un sonno più profondo e a svegliarti con la sensazione di essere riposato.
Gli effetti del CBD sul cervello influenzano il sonno in molti modi. Come abbiamo già visto il principio attivo riduce lo stress e questo è già un modo per coricarsi più rilassati. Inoltre aiuta anche a calmare il dolore, altro fattore di cattivo sonno.
Il CBD aiuta anche il tuo organismo a passare velocemente dalla fase REM, quella nella quale il sonno è leggero ed è più facile svegliarsi, alla fase NREM, dove il sonno è più pesante. Quindi il CBD non ti aiuterà a dormire molte ore in più rispetto a quelle che già passi a letto, ma a dormire meglio e più profondamente in quel lasso temporale.
Quanto CBD serve per dormire? Il principio è sempre quello del dosaggio contro l’ansia e la depressione. La giusta dose per te dipende da tantissimi fattori, anche fisici. Ti invitiamo quindi a leggere l’articolo dedicato per sapere cosa consiglia la scienza a riguardo.
Quali sono gli effetti collaterali del CBD?
Il CBD può causare controindicazioni? È questa la grande domanda che si pongono tutti coloro che si avvicinano per la prima volta a questa potente sostanza.
Sta rapidamente diventando il rimedio preferito contro il dolore, l’ansia, lo stress, la depressione e tanto altro ancora perché a differenza dei farmaci da banco non provoca effetti collaterali. Dai numerosi test ed esperimenti già condotti dagli scienziati non si sono mai manifestate delle controindicazioni gravi in nessun soggetto coinvolto.
Ciò significa che puoi stare tranquillo: il CBD viene generalmente ben tollerato da tutti.
Sono emersi soltanto alcuni effetti collaterali lievi come secchezza delle fauci, alterazione dell’appetito, vertigini e nausea. È importante dire che perlopiù si sono manifestati a causa dell’interazione con altri farmaci.
Ciò significa che se vuoi iniziare una cura a base di CBD per il trattamento di qualche patologia o condizione è sempre meglio chiedere consiglio al tuo medico, specialmente se stai già assumendo altri farmaci.
Infine, per evitare qualunque reazione allergica, ti ricordiamo di iniziare con un dosaggio basso. Se vedi che l’organismo reagisce bene puoi aumentarlo gradualmente nel tempo.
Il CBD influisce sul cervello a lungo termine?
Il cannabidiolo richiede tempo per mostrare i suoi benefici e altro tempo è richiesto all’organismo per smaltirlo. Come ogni altra sostanza, naturale o chimica, il CBD non lascerà tracce per sempre. Se smetti di assumerlo, in un tempo variabile, il tuo corpo sarà in grado di smaltirlo totalmente.
L’arco temporale richiesto dipende dalla quantità di prodotto assumi e con quale regolarità.
Gli effetti del CBD sul cervello di cui puoi renderti conto hanno ovviamente una durata molto più limitata. Settimane e mesi sono invece necessari per smaltire ogni più piccolo residuo, che rimane anche dopo l’esaurimento degli effetti.
Il CBD influisce sulla funzione cognitiva?
A fornirci la risposta è una revisione scientifica sull’impatto del cannabidiolo sulla funzione del cervello umano. Tale revisione ha preso in considerazione 194 studi in cui sono stati analizzati gli effetti acuti del CBD sulla funzione cerebrale sia a riposo sia durante lo svolgimento di compiti cognitivi.
Come possiamo leggere nella revisione, gli studi di neuroimaging hanno dimostrato che il CBD induce effettivamente delle significative alterazioni nell’attività cerebrale e nei modelli di connettività. Questo è avvenuto sia in soggetti sani sia in soggetti affetti da disturbi psichiatrici.
In alcun modo però sballa come il THC. Il CBD non è una sostanza psicoattiva e, anche quando viene assunta in grandi quantità, non provoca alcuna alterazione mentale.
Sono necessari ovviamente altri studi, soprattutto sui soggetti affetti da disturbi psichiatrici, per capire fino a che punto è potente il cannabidiolo. Tuttavia, già i risultati ottenuti sono molto incoraggianti.
Prova prodotti al CBD legali
Sul mercato puoi trovare decine, se non centinaia, di prodotti a base di CBD. Tra questi ce ne saranno alcuni di qualità elevata mentre altri meno efficaci. Il modo migliore per introdurre il cannabidiolo nella tua vita è quello di cercare prodotti legali, 100% naturali, prodotti da aziende serie e professionali.
Ricorda che puoi ottenere dei reali benefici dal CBD soltanto se acquisti un buon prodotto.
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