Il CBD, o cannabidiolo, è uno dei cannabinoidi più abbondanti e studiati presenti nella pianta di canapa. Questa sostanza ha dimostrato di avere numerosi benefici per la salute e il benessere, senza provocare effetti psicoattivi o dipendenza.
Ma come si estrae il CBD dalla canapa? Quali sono i vari metodi di estrazione e le loro caratteristiche? I vantaggi e gli svantaggi? In poche parole, come si ottengono i prodotti che vengono venduti negli shop?
Per ottenere il CBD è necessario estrarlo dal materiale vegetale tramite vari metodi di estrazione.
Alcuni metodi sono più popolari, altri più antichi e altri ancora più innovativi.
Certi metodi sono più puliti ed ecologici, mentre altri sono più economici e semplici. Alcuni metodi sono più efficaci nel preservare i composti delicati della pianta, altri più adatti a produrre estratti puri e concentrati.
Scopriamo insieme come si estrae il CBD dalla canapa.
Come si ricava CBD dalla canapa?
L’estrazione del CBD dalla canapa consiste nel separare il CBD e altri composti benefici dal materiale vegetale usando un solvente. Il solvente può essere un gas, un liquido o un grasso, e può essere usato a diverse temperature e pressioni. Ecco perché esistono metodi di estrazione diversi. E ovviamente il tipo di solvente influisce sul profilo chimico del prodotto finale e sulla sua legalità.
Il risultato è un estratto di CBD che può essere utilizzato per produrre oli, capsule, cosmetici e altri prodotti a base di CBD.
L’estrazione del CBD non è un’operazione semplice: richiede attrezzature specifiche, competenze tecniche e conoscenze chimiche.
Inoltre, il metodo di estrazione influisce sulla purezza, la potenza e la composizione dell’estratto finale.
I metodi industriali, ad esempio, sono più costosi ma impiegano tecnologie avanzate che permettono di garantire la massima purezza del principio attivo. E quindi anche la sua massima efficacia.
Ogni metodo ha quindi i suoi pregi e difetti a seconda dell’efficienza, della sicurezza, della qualità e del costo del processo.
Quali sono i metodi di estrazioni del CBD?
Finora abbiamo detto che esistono diversi metodi per estrarre il CBD dalla canapa. Possiamo raggrupparli in quattro categorie principali:
- Estrazione con CO2 supercritica;
- Estrazione con solvente;
- Estrazione con olio;
- Estrazione con ultrasuoni.
Prima di vedere nel dettaglio come funzionano questi metodi e quali sono i loro pro e contro è necessario fare una precisazione tra i diversi prodotti che si possono ottenere.
I metodi di estrazione del CBD servono per separare il principio attivo da utilizzare nella produzione di prodotti come, ad esempio, gli oli. Tuttavia, esistono dei prodotti ancora più puri che sono i cristalli di CBD.
Il metodo di estrazione per ottenere i cristalli di CBD consiste nel purificare ulteriormente l’olio di CBD per rimuovere tutti i composti non-CBD dalla soluzione. Questo si ottiene tramite processi come la cromatografia, la distillazione o la cristallizzazione. Il risultato è un prodotto solido e incolore che contiene solo CBD puro al 99%.
Questo ulteriore processo di purificazione è necessario poiché l’olio di CBD può contenere altri composti della pianta, come i terpeni, che potrebbero avere un effetto sinergico con il CBD. I cristalli di CBD sono invece più versatili, più facili da dosare e più adatti a chi vuole evitare qualsiasi traccia di THC.
Estrazione di CBD con CO2 supercritica
L’estrazione di CBD con CO2 supercritica è una tecnica sofisticata e innovativa che permette di ottenere un prodotto puro e di alta qualità, senza l’uso di solventi chimici.
La CO2 supercritica è un fluido che si ottiene portando l’anidride carbonica a una temperatura e una pressione elevate, in modo da farle assumere le caratteristiche sia di un liquido che di un gas. Questo fluido ha la capacità di sciogliere i cannabinoidi e i terpeni dalla materia vegetale, senza alterarne la struttura chimica o le proprietà organolettiche.
Il processo di estrazione avviene in un impianto apposito, dotato di una camera di estrazione dove viene inserita la pianta di cannabis triturata e una camera di separazione dove viene raccolto l’estratto. La CO2 supercritica viene fatta circolare tra le due camere, attraversa la pianta e dissolve i composti desiderati. A seconda della temperatura e della pressione impostate si possono ottenere estratti con diverse concentrazioni e composizioni di cannabinoidi e terpeni.
L’estratto ottenuto con questo metodo è ricco di CBD e altri cannabinoidi minori. Inoltre, contiene anche i terpeni naturali della pianta che conferiscono all’estratto un aroma gradevole e una maggiore efficacia terapeutica.
A questo punto l’estratto può essere utilizzato per produrre oli, capsule, creme, cristalli e altri prodotti a base di CBD.
I vantaggi dell’estrazione di CBD con CO2 supercritica sono numerosi. È un metodo:
- Ecologico e sicuro, che non produce scarti tossici o inquinanti;
- Selettivo ed efficiente, che permette di ottenere estratti puri e concentrati, senza perdite di materiale o contaminazioni;
- Versatile e controllabile, che permette di modulare la composizione dell’estratto in base alle esigenze del produttore o del consumatore.
L’estrazione di CBD con CO2 supercritica è quindi il metodo migliore per estrarre il CBD dalla pianta di cannabis, garantendo un prodotto di qualità superiore e rispettoso dell’ambiente.
Estrazione con etanolo
Abbiamo visto come si estrae il CBD dalla canapa in modo sofisticato, quello che utilizzano le aziende. Ora vediamo un metodo molto più semplice e popolare: l’estrazione con etanolo.
È un metodo che consiste nell’utilizzare alcol etilico, appunto etanolo, come solvente per separare il CBD e altri cannabinoidi dalle piante di canapa.
L’etanolo è un solvente polare, cioè che si lega facilmente alle molecole idrofile (che amano l’acqua) come i terpeni, i flavonoidi e i cannabinoidi. In questo modo, l’etanolo riesce a estrarre una vasta gamma di composti benefici dalla materia vegetale.
L’estrazione di CBD con etanolo può essere fatta in diversi modi, ma il principio di base è lo stesso: si mette la materia vegetale in un contenitore e si aggiunge l’etanolo.
Si lascia in infusione per un certo tempo, a seconda della temperatura e della concentrazione dell’etanolo. Poi si filtra il liquido per rimuovere le parti solide e si evapora l’etanolo per ottenere un olio concentrato di CBD e altri cannabinoidi.
L’estrazione di CBD con etanolo ha indubbiamente alcuni vantaggi. È un metodo:
- Economico e facile da fare anche in casa, con attrezzature semplici;
- Sicuro e non tossico, dato che l’etanolo è un solvente naturale e biodegradabile;
- Efficace e completo, che permette di estrarre una grande varietà di composti benefici dalla pianta.
Tuttavia, l’estrazione di CBD con etanolo ha anche alcuni svantaggi e per questo motivo non è il prediletto per la produzione professionale di prodotti al CBD:
- Richiede più tempo rispetto ad altri metodi a seconda della qualità e della quantità della materia vegetale;
- Richiede una purificazione ulteriore per rimuovere le impurità che possono rimanere nel prodotto finale;
- Può alterare il profilo dei terpeni e dei flavonoidi se l’etanolo è troppo caldo o troppo freddo.
Passiamo ora a un altro metodo casalingo.
Estrazione del CBD con olio di oliva
Questo è in assoluto il metodo più semplice, che chiunque con un po’ di pazienza può sperimentare.
Per estrarre il CBD con olio di oliva occorre prima di tutto decarbossilare il materiale vegetale, cioè attivare gli acidi cannabinoidici tramite il calore. Poi si tritano i fiori di canapa e si mettono in un barattolo di vetro con l’olio di oliva. È sempre meglio scegliere un olio biologico e di qualità, come quello extravergine di prima spremitura. Si chiude bene il barattolo e si mette a bagnomaria in una pentola con acqua a fuoco lento per circa due ore, facendo attenzione a non far bollire l’acqua.
Dopo due ore si spegne il fuoco e si lascia raffreddare il barattolo. L’ultimo passaggio consiste nel filtrare l’olio con un colino per eliminare i residui vegetali.
L’olio di CBD così ottenuto può essere usato sia per via orale che per via topica, a seconda delle esigenze e delle preferenze del consumatore.
L’estrazione di CBD con olio di oliva è un metodo economico e sicuro, che non lascia residui chimici nel prodotto finale. Tuttavia, ha anche degli svantaggi come una bassa resa, una breve durata e una scarsa standardizzazione del dosaggio.
Per questo motivo molti consumatori preferiscono acquistare prodotti professionali a base di CBD, ottenuti con metodi più sofisticati e controllati, come l’estrazione con CO2 supercritica o l’estrazione con solvente alcolico. Questi metodi garantiscono infatti una maggiore purezza, potenza e qualità del CBD estratto.
Estrazione con ultrasuoni
Come si estrae il CBD dalla canapa in modo veloce ma anche professionale? Con gli ultrasuoni!
L’estrazione con ultrasuoni si basa sull’applicazione di onde sonore ad alta frequenza al materiale vegetale immerso in un solvente. Queste onde creano delle bolle di vuoto che implodono violentemente, generando una cavitazione. La cavitazione rompe le pareti cellulari della pianta e libera i composti bioattivi come il CBD nel solvente.
Un vantaggio dell’estrazione con ultrasuoni è la possibilità di scegliere il solvente più adatto in base al tipo di estratto che si vuole ottenere. Ad esempio, si può usare l’etanolo caldo o freddo, il butano, il CO2 supercritico, l’olio d’oliva o di cocco, ecc.
A seconda del solvente e della temperatura, si possono isolare diversi composti dalla pianta come i cannabinoidi, i terpeni o i flavonoidi. In questo modo si può ottenere un estratto a spettro completo che contiene tutti i principi attivi della cannabis o un estratto più selettivo che contiene solo il CBD o altri cannabinoidi.
Per fare l’estrazione con ultrasuoni ci sono diversi dispositivi sul mercato che variano in base alla potenza, alla capacità e alla modalità di funzionamento. Permettono di ottenere CBD di alta qualità in modo semplice e veloce.
Qual è il miglior metodo di estrazione?
Ora sai come si estrae il CBD dalla canapa e quali sono i diversi metodi di estrazione.
Abbiamo scoperto che il metodo più sicuro ed efficace è quello che utilizza la CO2 supercritica. Permette di ottenere un olio puro e concentrato, senza residui di solventi o altre impurità. Questo metodo è anche il più rispettoso dell’ambiente in quanto non produce emissioni nocive e non spreca materiale vegetale ed è il preferito per l’estrazione di CBD in Italia.
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