I reni sono uno degli organi più importanti del corpo umano. Sono infatti loro a occuparsi di rimuovere le tossine e le impurità che accumuliamo nel corso della giornata. Grazie ai reni anche gli altri organi possono funzionare al meglio ed essere in salute.
Talvolta capita però che i reni si ammalino.
Le malattie che riguardano i reni sono diverse e rappresentano nel mondo una delle principali cause di morte. Cisti, calcoli, cancro, sono malattie pericolose e dolorose. I pazienti necessitano di farmaci antinfiammatori e antidolorifici. Il problema è che i farmaci da banco possono addirittura aggravare la situazione dei reni.
Le malattie renali possono essere causate da incidenti o da una predisposizione genetica, ma molto spesso possono essere innescate da uno stile di vita sbagliato o dall’assunzione di sostanze nocive, tra cui le medicine.
Quindi come tenere sotto controllo il dolore? Molte persone stanno ricorrendo al CBD.
Principio attivo prodotto dalla pianta di cannabis, il CBD o cannabidiolo si sta rivelando la soluzione a moltissime patologie e disturbi. Il mondo scientifico e i pazienti si sono quindi chiesti quali siano gli effetti del CBD sui reni e se possa essere un valido aiuto nel trattamento della malattia.
Il CBD aiuta i reni?
Il CBD è un rimedio di medicina alternativa che sta dominando il mercato mondiale nel trattamento delle condizioni più disparate che vanno dalle infiammazioni al dolore cronico, dall’insonnia alla mancanza di appetito, dalla depressione fino al cancro.
Gli scienziati, nel corso dei numerosi test che hanno eseguito su questa sostanza, hanno scoperto le sue proprietà antinfiammatorie, analgesiche, antiossidanti e moltissime altre ancora.
Inoltre, il CBD è diventato così popolare perché nonostante venga estratto dalla pianta di cannabis non è psicoattivo. Ciò significa che anche se assunto in forma pura non procura alcuno sballo o alterazione mentale.
Ecco quindi che gli scienziati hanno già iniziato a indagare quelli che possono essere gli eventuali effetti del CBD sui reni. Gli studi sono ancora in una fase iniziale, ma i risultati finora raccolti fanno ben sperare sugli effetti benefici del CBD per le malattie renali croniche.
Il CBD è in grado di ridurre le infiammazioni che possono interessare i reni, alleviare il dolore anche molto forte correlato a questa tipologia di disturbo e la sua proprietà antiossidante è in grado di combattere lo stress ossidativo che può derivare da altre cure.
Differenza tra olio di CBD e marijuana
Nel mondo esistono moltissime varietà di canapa. In particolare, il CBD viene estratto dalla cannabis, una varietà che contiene un’elevata percentuale di cannabidiolo ma una bassa componente di THC.
Il THC è la sostanza psicoattiva presente nella canapa. La sua struttura chimica è quasi identica a quella del CBD, ma la differenza è che il THC è psicoattivo. Ciò significa che se viene assunto in dosi elevate può portare allo sballo. È il motivo perché tutto il mondo ne ha fortemente limitato l’utilizzo, e in Italia non può superare lo 0,5%.
La marijuana è invece quella varietà che presenta una parte di THC molto più elevata. La marijuana è infatti illegale in moltissimi Paesi proprio perché viene considerata uno stupefacente.
L’olio CBD che trovi comunemente in negozio o sugli shop online ha al suo interno una percentuale di THC molto bassa, per questo motivo è legale e sicuro per la salute. Per quanto riguarda il cannabidiolo non esistono invece limitazioni. Tanto che puoi trovare l’olio al 40% o 50%, quindi con una parte di CBD molto alta.
I benefici dell’olio di CBD
Abbiamo già accennato ad alcune delle proprietà del CBD, che possono leggermente variare in base al metodo di utilizzo. Ad esempio, l’olio di CBD può essere assunto per via orale o sublinguale, questo metodo è molto efficace per curare delle malattie diffuse in tutto il corpo, come le malattie renali.
Tuttavia, l’olio di CBD può essere utilizzato anche a livello locale per trattare un disturbo cutaneo o un dolore localizzato.
Il CBD è in grado di trattare dolore, infiammazione, convulsioni, nausea e vomito, insonnia, mancanza di appetito, ansia, stress, depressione, psicosi, rafforza il sistema immunitario e sembra in grado persino di rallentare la formazione delle cellule tumorali.
E l’aspetto davvero interessante del CBD è soprattutto quello di essere una sostanza naturale.
Prova a pensarci. Molto spesso i farmaci sono responsabili delle malattie renali o del malfunzionamento dei reni. Il CBD è invece una sostanza naturale, quindi può trattare un disturbo senza rischiare di generarne un altro, magari ancora più grave.
Come interagisce il CBD con i reni
Il CBD interagisce con il corpo umano in molteplici modi. Lo fa sia attraverso il sistema endocannabinoide che si trova nel sistema nervoso centrale e periferico sia attraverso il flusso sanguigno.
I reni, insieme alla vescica e all’uretra, fanno parte del sistema urinario. È un sistema estremamente importante perché si occupa di pulire il sangue dalle impurità, come dicevamo all’inizio, e contribuisce a regolare la pressione sanguigna.
Il sangue lascia le impurità e immagazzina in modo equilibrato tutti i minerali e le altre sostanze di cui ha bisogno per mantenere il corpo in salute, come il calcio, il potassio e altre.
Prima però parlavamo anche del sistema endocannabinoide. I suoi recettori CB1 e CB2 si trovano in tutto il corpo, compresi i reni. Il CBD, interagendo con i recettori dei cannabinoidi, sprigiona le proprietà che abbiamo elencato garantendo l’omeostasi. Omeostasi significa che un organo funziona come dovrebbe, mantenendo inalterate le proprie caratteristiche.
Serviranno ovviamente ulteriori studi per capire quale sia il reale impatto del CBD sia sulla salute dei reni sia sul trattamento di una patologia nel momento in cui si presenta.
Malattie renali e CBD
Le malattie renali croniche non comportano solamente un dolore che a volte può diventare insopportabile. I pazienti soffrono anche di altri fastidiosi sintomi come la confusione mentale, il vomito e il gonfiore agli arti.
In una revisione sulla cannabis nella gestione dei sintomi della malattia renale cronica gli scienziati hanno raccolto gli esiti degli studi clinici realizzati nel settore. L’obiettivo era quello di ridurre i sintomi fisici e psicologici generati dalla malattia renale cronica che molto spesso vengono trattati in modo inadeguato attraverso i farmaci tradizionali.
I cannabinoidi possono essere utilizzati per trattare le malattie renali? Da quanto scoperto finora pare di sì.
L’obiettivo degli studi, come dichiarato nella revisione, era proprio quello di trattare i sintomi comuni tra cui dolore cronico, nausea e vomito, anoressia, prurito e insonnia. I pazienti trattati con cannabinoidi non sintetici hanno riscontrato dal 43 al 300% di probabilità in più di ridurre di oltre il 30% il dolore neuropatico cronico.
Inoltre, gli scienziati stanno svolgendo ulteriori ricerche per capire se un’applicazione topica del CBD possa aiutare contro il prurito indotto dall’uremia.
Quali sono gli effetti collaterali del CBD sui reni?
Finora sembra che gli effetti del CBD sui reni siano più che positivi. Tuttavia, trattandosi di un cannabinoide, in molti si chiedono se possano esserci delle controindicazioni nell’uso.
D’altronde è difficile capirlo da soli.
Sai di che colore è l’urina quando i reni stanno cedendo? Varia dal rosa al rosso e può contenere delle tracce di sangue. Ciò significa che è complicato capire se questo effetto sia dovuto alla malattia o a un effetto collaterale dovuto alla cura.
Dato che i reni si occupano di filtrare le sostanze che assumiamo, potresti ragionevolmente pensare che anche i cannabinoidi vengano secreti dai reni. Se ci pensi i test antidroga utilizzati per individuare i livelli di THC nel corpo prevedono proprio l’esame delle urine.
Ma attenzione, perché potrebbe esserci un colpo di scena!
Dalla revisione citata prima è emerso che i cannabinoidi vengano espulsi principalmente con le feci. Ciò significa che il lavoro dei reni è inferiore rispetto a quello che si potrebbe pensare.
Anche se i prodotti a base di cannabis devono sempre essere utilizzati nelle dosi e nelle modalità consigliate. E soprattutto non dovrebbero essere assunti insieme ad altri farmaci per evitare una qualsiasi interazione. Da quest’ultima potrebbero infatti emergere alcuni effetti collaterali, seppur lievi, come secchezza delle fauci, alterazioni dell’appetito, vertigini, affaticamento e diarrea.
È sempre meglio chiedere consiglio al proprio medico curante o a uno specialista del settore prima di introdurre un prodotto a base di CBD nel trattamento.
Metodi di utilizzo del CBD e prodotti sicuri
Il CBD può essere assunto in modi diversi. Come abbiamo già accennato, in base al metodo d’uso varia anche l’effetto. È nostro dovere dirti che in Italia non è legale fumare cannabis, nemmeno quella che contiene una bassa percentuale di THC. Non ci soffermeremo quindi su questa modalità.
Te ne rimangono comunque tante altre.
L’assunzione per via orale garantisce un effetto rapido e intenso. Per quanto riguarda invece l’uso topico non ci sono ancora dei risultati certi sulla sua efficacia nel trattamento dei sintomi generati da una malattia renale.
L’olio di CBD è uno dei prodotti più versatili che tu possa acquistare perché puoi utilizzarlo in molti modi. Inoltre, lo trovi in tante concentrazioni diverse tra cui scegliere in base alla tua esperienza pregressa con la cannabis e alla gravità del tuo disturbo.
Oltre all’olio c’è una vasta gamma di altri prodotti a base di CBD che puoi trovare sul nostro store online. Visitalo subito e acquista quello più adatto a te!