Il dolore può essere definito come un’esperienza emozionale e sensoriale spiacevole, associata a un danno di intensità più o meno elevata. Quando ci facciamo un taglio o ci procuriamo un danno di altro tipo, percepiamo il dolore tramite dei recettori chiamati nocicettori, in grado di captare il segnale a livello periferico e trasmetterlo al cervello, tramite le fibre nervose. Se invece parliamo di lesioni o disfunzioni del sistema nervoso, parliamo di dolore neuropatico.
Il dolore, in generale, rappresenta un segnale che il nostro corpo ci dà per consentirci di intervenire sulla causa. Il dolore si distingue in due macro-categorie: acuto e cronico. Il primo compare all’improvviso e dura un periodo limitato di tempo, si risolve con la guarigione della causa che lo ha provocato. Il secondo tende a durare di più rispetto al dolore acuto. Non si risolve con la guarigione della causa che la ho provocato e può durare anche diversi anni.
Mentre il dolore acuto è quello più diffuso, il dolore cronico è stato definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) come uno dei maggiori problemi globali di salute pubblica. Negli ultimi anni, gli studi riguardanti l’utilizzo del CBD in ambito medico sono aumentati notevolmente e l’uso del cannabidiolo è risultato essere efficace in varie condizioni di dolore cronico.
Il CBD per alleviare il dolore cronico
Si stima che circa 1 abitante in Europa su 5 soffra di un certo livello di dolore cronico. Inoltre, circa 1 adulto su 3 sperimenta un qualche tipo di dolore cronico nel corso della propria vita. Si tratta di un gran numero di persone che cercano disperatamente di trovare sollievo per le proprie condizioni, spesso debilitanti, il più delle volte senza sapere che cosa potrebbe davvero aiutarli a risolvere il loro problema. Fortunatamente, negli ultimi anni c’è stato un aumento della disponibilità e dell’efficacia dei trattamenti a base di cannabis per una serie di condizioni mediche diverse. Questi trattamenti sono stati resi possibili grazie alla scoperta che alcuni componenti naturalmente presenti nella cannabis, noti come cannabinoidi, interagiscono con recettori specifici situati in tutto il corpo. Un tipo specifico di cannabinoide non-psicoattivo è proprio il cannabidiolo (CBD).
Quando i recettori vengono attivati dai cannabinoidi, si ha un’ampia gamma di effetti su diversi sistemi dell’organismo. Uno di questi è il sistema endocannabinoide (ECS), scoperto quasi 30 anni fa e oggi ampiamente riconosciuto come uno dei più importanti regolatori dell’omeostasi nel nostro corpo. L’ECS svolge un ruolo simile a quello svolto da ormoni come le endorfine e l’epinefrina (nota anche come adrenalina), o da neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina.
Uno studio del 2018 sull’efficacia del CBD nella lotta contro il dolore cronico ha esaminato diversi studi condotti in oltre 40 anni. Sono stati analizzati vari tipi di dolore, tra cui:
- Dolore dato dal cancro;
- Dolore neuropatico;
- Fibromialgia.
Sulla base di questi studi, è stato trovato che il CBD risulta essere efficace nella gestione del dolore e non causa particolari effetti collaterali negativi.
Indicazioni terapeutiche sull’uso del CBD
Nel corso degli ultimi anni sono stati eseguiti molti studi riguardo all’efficacia del CBD sul dolore neuropatico. Più nel dettaglio, è stato trovato che il cannabidiolo è utile nel trattamento del dolore neuropatico periferico causato dai chemioterapici (farmaci che hanno il compito di combattere le cellule tumorali). Il CBD risulta essere efficace anche per contrastare il dolore infiammatorio: in condizioni patologiche come l’artrosi, il cannabidiolo funge da antinfiammatorio naturale e previene un eventuale peggioramento. Uno studio condotto dall’Università Insubria di Varese ha trovato infine che l’estratto di cannabis e il CBD possono inibire la produzione di citochine pro-infiammatorie.
Il cannabidiolo, oltre ad essere efficace nel trattamento del dolore cronico, è stato anche confermato come rimedio sicuro. Uno studio pubblicato sul Journal of Pain ha mostrato come il consumo di cannabis medica da parte di pazienti che soffrono di dolore cronico risulta essere sicuro, escludendo la comparsa di grossi effetti collaterali. Il CBD è inoltre utilizzato nel trattamento di altre condizioni cliniche, tra cui:
- Sclerosi multipla;
- Epilessia;
- Insonnia;
- Schizofrenia.
Adesso vediamo più nel dettaglio l’assunzione dei prodotti legali con CBD e come funzionano per contrastare i malesseri.
Quante gocce di CBD per il mal di schiena?
L’effetto antidolorifico e antinfiammatorio del CBD può dunque essere utilizzato anche per il combattere il mal di schiena. Nel momento in cui questo dolore dovesse diventare di tipo cronico, assumere cannabidiolo in gocce rappresenta una scelta valida ed efficace. Ogni persona risponde in modo diverso all’assunzione del CBD, in relazione a determinati parametri:
- Età;
- Peso corporeo;
- Patologie;
- Assunzione di altri farmaci;
- Concentrazione di CBD.
Per trattare un dolore particolarmente forte, può essere necessario assumere 40 mg di CBD. Dopo una settimana, è possibile alzare a 45 mg fino ad arrivare a 50 mg. Tenere traccia della quantità di CBD assunta potrebbe rappresentare una buona idea, per comprendere se i sintomi migliorano col tempo e regolare il dosaggio del CBD.
CBD per il dolore da artrite
L’artrite è una particolare patologia che comprende centinaia di condizioni diverse e dolori correlati. I sintomi più comuni includono gonfiore, dolore alle articolazioni e rigidità. Il CBD anche in questo sembra essere promettente come antinfiammatorio, sia negli studi sugli animali che in quelli preclinici. Tuttavia, al momento, la ricerca clinica dedicata alla somministrazione di CBD per l’artrite è meno solida e ancora nel vivo degli studi.
Il primo studio risale al 2006 e si concentra su pazienti con artrite reumatoide, una malattia autoimmune che provoca infiammazione alle articolazioni e ad altre zone specifiche. I ricercatori hanno trovato che prodotti a base di CBD migliorano significativamente il dolore percepito dai pazienti durante il movimento, mentre si è a riposo e durante il sonno. Il CBD per dolori articolari è sempre più utilizzato e sembra avere un ottimo futuro nel trattamento dell’artrite.
CBD per curare il mal di testa
Gli studi su CBD e mal di testa non sono ancora arrivati a dei risultati certi e sicuri, ma alcune ricerche sembrano essere promettenti. Questo dolore, col trascorrere del tempo, può trasformarsi in emicrania, che causa una sensazione di pulsazione particolarmente intensa su un lato della testa. Il dolore può verificarsi anche su entrambi i lati, oltre che nella parte anteriore e quella posteriore. I sintomi più comuni dell’emicrania includono:
- Dolore alla testa, da moderato a grave;
- Pulsazione alla testa;
- Dolore che peggiora col movimento;
- Nausea;
- Vomito;
- Debolezza;
- Sensibilità alla luce.
L’emicrania è considerata un disturbo neurologico che colpisce circa il 15% della popolazione mondiale, secondo una ricerca presente nel Journal of Headache and Pain. Gli studi dimostrano che il CBD può essere un’efficace opzione di trattamento per il dolore cronico dato dal mal di testa. Un sondaggio condotto da Axon Relief, un’azienda che sviluppa prodotti per alleviare l’emicrania, ha rilevato che il CBD può portare a una riduzione della durata dell’emicrania e contribuisce ad alleviare il dolore. Sebbene siano necessarie ulteriori ricerche, l’American Migraine Foundation riferisce che l’olio di CBD per alleviare dolore da emicrania può essere una valida ed efficace soluzione.
Oltre al sollievo dal dolore, inoltre, il cannabidiolo può aiutare a ridurre la nausea e l’infiammazione spesso associate al mal di testa cronico, secondo Chantel Strachan, medico interno e specialista presso la Columbia University Irving Medical Center di New York.
Quali sono gli effetti del CBD?
Ma come fa il sistema endocannabinoide a controllare il dolore cronico? I recettori dei cannabinoidi si trovano in tutto il sistema nervoso: sono tuttavia particolarmente presenti nel cervello, dove agiscono per modulare aspetti come l’umore, l’ansia, lo stress e il dolore. Agendo sul cervello, i cannabinoidi influenzano anche l’organismo modificando il funzionamento del sistema nervoso. Quando i cannabinoidi agiscono sul sistema nervoso, si verifica una risposta endocannabinoide. Questa risposta è responsabile dei numerosi benefici medici associati ai cannabinoidi. Quando l’ECS viene attivato, produce una serie di effetti sul corpo, tra cui la regolazione del dolore, la regolazione del sistema immunitario e la regolazione del metabolismo.
L’olio di CBD rappresenta quindi un’opzione terapeutica adatta per il dolore cronico. Uno degli effetti dei cannabinoidi attivati dalla ECS è proprio la regolazione del dolore. A seconda dell’individuo, questo effetto sulla regolazione del dolore può essere debole o forte, poiché persone diverse hanno quantità diverse di recettori per i cannabinoidi presenti nel loro sistema nervoso. Ciò significa che alcuni potrebbero sperimentare una significativa riduzione del dolore, mentre altri non ne sperimentano alcuna. L’olio di CBD è un’opzione terapeutica importante per molti tipi diversi di dolore cronico. Per la sua capacità di ridurre il dolore e migliorare la qualità di vita del paziente, rappresenta un rimedio particolarmente interessante per le persone che soffrono di questi disturbi.
Come scegliere prodotti legali di qualità
Se soffri di dolore cronico puoi dunque prendere in considerazione la possibilità di provare prodotti al CBD per alleviare i sintomi. Acquistando un prodotto di qualità da un’azienda seria e affidabile puoi star certo di non andare incontro a effetti collaterali. Segui sempre le corrette modalità d’uso e il dosaggio indicato dall’azienda produttrice per avere la sicurezza di non eccedere nelle quantità.
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