Come mai la cannabis è in grado di trattare innumerevoli condizioni e malattie? Perché l’uomo la utilizza nella medicina alternativa da 5000 anni? E qual è il segreto che la rende tanto efficace?
È un dato di fatto che i prodotti a base di CBD, il principale cannabinoide estratto dalla pianta di cannabis, stiano andando sempre più a ruba per il trattamento di tantissime patologie.
Ma ti sei mai chiesto cosa rende possibile tutto questo?
La risposta è molto semplice: l’organismo di umani e animali produce già naturalmente delle sostanze chimiche simili ai cannabinoidi che si trovano nella cannabis Indica o Sativa, si tratta degli endocannabinoidi.
La loro scoperta, il modo in cui vengono prodotti, le loro funzioni hanno guidato gli scienziati verso un utilizzo sempre più consapevole della cannabis proprio perché il corpo produce già qualcosa del genere.
La cannabis così non è più stata solamente una sostanza per “sballarsi”, ma è diventata un potente rimedio per tutti coloro che vogliono curarsi o mantenersi in salute in modo completamente naturale.
Ecco perché dobbiamo compiere anche noi un viaggio alla scoperta degli endocannabinoidi e del loro importantissimo ruolo all’interno dell’organismo. Conoscerli ti aiuterà anche a conoscere meglio te stesso.
Cosa sono gli endocannabinoidi
Partiamo dall’etimologia del termine. Nella parola endocannabinoidi, la radice “endo-” significa “dentro”. Ciò vuol dire che queste sostanze vengono prodotte all’interno del corpo umano.
Si tratta di neurotrasmettitori naturali, ossia di messaggeri chimici, a base di lipidi che hanno il compito di inviare determinati segnali alle cellule nervose dell’organismo.
Quindi perché il corpo le produce?
Perché ne ha bisogno per regolare diverse funzioni che a breve vedremo. Le funzioni vengono attivate nel momento in cui gli endocannabinoidi si legano a specifici recettori presenti nelle cellule.
Anche i cannabinoidi prodotti dalla cannabis fanno la stessa cosa, interagendo con i due recettori di cui finora si ha conoscenza: i recettori CB1 e CB2.
Quindi, nel momento in cui gli endocannabinoidi interagiscono con i recettori, li attivano e fanno sì che il corpo produca una determinata risposta. Per fare un esempio possiamo citare la risposta al dolore. Dopo aver terminato la loro funzione, gli endocannabinoidi vengono scomposti dagli enzimi.
Il primo endocannabinoide a essere stato scoperto è l’anandamide, ossia quella sostanza in grado di conferire all’organismo una sensazione di beatitudine. Sembra tuttavia che recentemente siano stati scoperti altri endocannabinoidi endogeni.
Dove si trovano gli endocannabinoidi
I recettori CB1 si trovano nel sistema nervoso centrale, ossia nel cervello e nel midollo spinale. I recettori CB2 invece sono presenti nel sistema nervoso periferico e nelle cellule responsabili della risposta immunitaria.
Ma se gli endocannabinoidi hanno a che fare con il sistema nervoso centrale, ciò significa che si trovano dislocati in tutto il corpo. Infatti, gli endocannabinoidi e i loro recettori si trovano nei diversi organi, nel cervello, nelle cellule, nelle ghiandole e nei tessuti.
Il sistema nervoso centrale e periferico raggiunge tutti gli organi, compresa la pelle, che è l’organo più esteso di tutto il corpo.
Raggiungendo anche il cervello possiamo dire che rappresentano un modo per collegare il corpo e la mente. Come vedremo tra poco, tra le loro principali funzioni ci sono proprio quelle legate al pensiero e alla memoria.
Chi produce gli endocannabinoidi
Facciamo un piccolo riassunto: finora abbiamo scoperto che gli endocannabinoidi sono delle sostanze chimiche che il corpo produce in modo naturale e che sono importantissime nel regolamento di molte funzioni dell’organismo.
Quindi chi si occupa di produrre gli endocannabinoidi?
Il cosiddetto sistema endocannabinoide.
È un sistema estremamente complesso, presente appunto nel sistema nervoso centrale e periferico, che gli scienziati hanno scoperto negli anni ’90.
In realtà, non è una prerogativa soltanto umana. Tale sistema è presente i tutti i vertebrati, ciò significa che esiste anche il sistema endocannabinoide nel cane e nel gatto. Questa scoperta rende possibile curare i propri amici a quattro zampe attraverso l’azione del CBD, come vedremo tra pochissimo.
La sua complessità fa sì che ancora oggi venga studiato poiché non se ne conoscono fino in fondo tutte le potenzialità. Quello che sappiamo ad oggi è che è composto da tre elementi fondamentali, i tre di cui abbiamo parlato prima:
- Endocannabinoidi;
- Recettori dei cannabinoidi;
- Enzimi.
Il suo funzionamento è semplice: per attivare i recettori il sistema produce gli endocannabinoidi, i quali vengono poi scomposti dagli enzimi dopo aver svolto il proprio ruolo.
Questo sistema produce endocannabinoidi secondo necessità, ciò significa che li secerne quando il corpo ne ha bisogno. A volte li produce in quantità sufficiente e quindi il corpo è in salute, mentre a volte potrebbe produrne una quantità insufficiente e per questo emergono malattie e disfunzioni.
Cosa regola il sistema endocannabinoide
Siamo finalmente arrivati a svelare quali sono tutte queste funzioni regolate dal sistema endocannabinoide. Mettiti comodo perché sono davvero tante!
Pochi sono a conoscenza di questo sistema e invece dovremmo esserlo, poiché è responsabile della risposta del nostro corpo a funzioni come il dolore, l’appetito, il sonno, l’umore, la memoria, il movimento e così via.
Per quanto riguarda il cervello, il quale contiene molti più recettori di cannabinoidi di qualsiasi altra sostanza chimica, gli endocannabinoidi giocano un ruolo estremamente importante sulla memoria, il pensiero e l’apprendimento. Il suo ruolo è infatti prezioso per far funzionare correttamente il pensiero e combattere episodi come le psicosi, i problemi legati alla memoria o alla logica.
Il sistema endocannabinoide si occupa anche di regolare la risposta al dolore e all’infiammazione. Nonché ovviamente la risposta del sistema immunitario nel momento in cui c’è una malattia o un’infezione in corso.
Tra le altre principali funzioni ci sono anche il sonno e l’appetito. Quando il sistema endocannabinoide lavora correttamente queste due funzioni sono equilibrate, diversamente si va incontro a episodi di insonnia o a problemi di metabolismo.
Si occupa poi di regolare l’umore, il movimento, il sistema cardiovascolare e quello muscolare, la riproduzione e persino la salute della pelle. In tutti questi casi, il sistema endocannabinoide si attiva per riportare l’organismo al suo equilibrio e, in sostanza, per far stare bene sia il corpo che la mente.
Come agisce il CBD
È arrivato il momento di chiudere il cerchio. Che ruolo ha il CBD in tutto questo?
La struttura del cannabidiolo (CBD), uno dei più famosi cannabinoidi prodotti dalla cannabis insieme al THC, è chimicamente uguale a quella degli endocannabinoidi.
Cosa significa questo nella pratica?
Che può legarsi allo stesso modo con i recettori del sistema endocannabinoide. Il CBD, in particolare, si lega ai recettori CB2 mentre il THC si lega meglio ai recettori CB1.
La cannabis rappresenta quindi un ottimo rimedio di medicina alternativa perché il CBD può compensare la scarsa produzione di endocannabinoidi da parte dell’organismo, riportandolo quindi al suo originario benessere.
In questo si differenzia da tutti gli altri farmaci: non elimina solamente i sintomi di un malessere, ma lo cura alla radice, in profondità.
In realtà, l’interazione del CBD con il sistema endocannabinoide è ancora oggetto degli studi da parte degli scienziati. Alcuni pensano addirittura che non venga scomposto dagli enzimi come gli endocannabinoidi e che quindi questo gli permetta di essere più efficace.
Ciò che è certo è che il CBD influisce su tutte le funzioni che abbiamo elencato prima aiutando a trattare tantissime condizioni molto diverse fra loro. Se anche tu sei interessato a provare i prodotti a base di CBD, visita subito il nostro shop. Per ogni esigenza esiste il prodotto giusto!