Ti trovi nella condizione di dover trattare una malattia grave e ti è stata proposta come soluzione la cannabis terapeutica? Oppure ne hai letto sul web e vorresti saperne di più?
La cannabis terapeutica è una varietà di cannabis sativa che viene utilizzata per scopi medici, per trattare alcune patologie specifiche.
Benché spesso si parli di cannabis in modo generico, quella terapeutica è una particolare tipologia che non va confusa con quella che puoi trovare comunemente nei negozi fisici e online. Infatti, a differenza della cannabis light, che ha un contenuto di THC inferiore allo 0,5%, la cannabis terapeutica ha una percentuale di THC molto più elevata, che può arrivare fino al 18%.
Il THC è il principio attivo che ha effetti psicoattivi e che interagisce con il sistema endocannabinoide del nostro organismo.
Proprio a causa del suo alto tasso di THC, la cannabis terapeutica viene venduta solo in farmacia e dietro prescrizione medica. Anche quella presente in Italia viene prodotta da un’azienda olandese chiamata Bedrocan e ha una concentrazione di THC al 22%. Ci sono poi la FM1 con CBD inferiore all’1% e THC compreso tra 13-20%, e la FM2, con CBD tra 7,5-12% e THC tra 5-8%.
La cannabis terapeutica si è fatta strada nei trattamenti potenti ma naturali grazie alle sue diverse proprietà terapeutiche come antinfiammatorie, analgesiche, anticonvulsivanti, antiemetiche e ansiolitiche.
Tuttavia, la cannabis terapeutica non è priva di effetti collaterali, che possono essere fisici o psicologici. In questo articolo vedremo quali sono gli effetti collaterali della cannabis terapeutica e come gestirli al meglio.
Cosa fa la cannabis terapeutica?
Come accennavamo poco fa il THC agisce sul sistema endocannabinoide del corpo, che è coinvolto nella regolazione di diverse funzioni fisiologiche tra cui la percezione del dolore, l’appetito, l’umore e il sonno.
Il sistema endocannabinoide è composto da recettori cannabinoidi, endocannabinoidi prodotti naturalmente nel corpo umano e gli enzimi responsabili della loro sintesi e degradazione. Questi recettori sono presenti in molte parti del corpo, inclusi il cervello, il sistema nervoso centrale, il sistema immunitario, gli organi riproduttivi e altri tessuti.
Quando si assume cannabis terapeutica, i composti attivi come il THC e il CBD si legano ai recettori cannabinoidi nel corpo. Il THC, in particolare, può produrre effetti psicoattivi che possono influire sull’umore, la percezione e la cognizione poiché agisce maggiormente sul cervello. Allo stesso tempo, sia il THC che il CBD possono avere effetti terapeutici.
Per cosa viene utilizzata?
La cannabis terapeutica può essere utilizzata per alleviare i sintomi di diverse malattie e condizioni, sia croniche che acute.
Tra queste, le più comuni sono:
- Spasticità e altri sintomi associati alla sclerosi multipla: la cannabis terapeutica può ridurre la rigidità muscolare, il dolore e i tremori causati da questa malattia neurodegenerativa;
- Nausea e vomito associati alla chemioterapia: può contrastare gli effetti collaterali della terapia antitumorale, stimolando l’appetito e prevenendo la perdita di peso;
- Dolore cronico: può avere un effetto analgesico in caso di dolore neuropatico, causato da lesioni al sistema nervoso, o di dolore associato a condizioni come la fibromialgia e l’artrite;
- Disturbi del sonno e ansia: può favorire il rilassamento e il riposo notturno, alleviando lo stress e l’agitazione;
- Epilessia ed epilessia refrattaria: può ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi epilettiche, soprattutto nei casi resistenti ai farmaci convenzionali;
- Cancro: può avere un effetto palliativo nei pazienti oncologici, migliorando la qualità della vita e attenuando i sintomi come il dolore, la nausea, il vomito e la cachessia.
Ti ricordiamo però che può essere utilizzata solo dietro prescrizione medica, deve quindi essere uno specialista a stabilire se la cannabis terapeutica può costituire un sollievo per una determinata condizione.
Quanto dura l’effetto della cannabis terapeutica?
Stabilire a priori la durata dell’effetto della cannabis terapeutica è difficile, perché non è uguale per tutti e in qualsiasi condizione.
Come accade per qualsiasi altra varietà del prodotto, la durata dell’effetto dipende da diversi fattori:
- La quantità e la qualità di cannabis assunta: maggiore è la dose e il contenuto di THC, più a lungo dura l’effetto;
- La via di somministrazione: l’inalazione ha un effetto più rapido e intenso, ma anche più breve, rispetto all’ingestione orale;
- Il metabolismo individuale: alcune persone eliminano il THC più velocemente di altre, in base al peso, al sesso, all’età e alla funzionalità epatica e renale;
- L’abitudine al consumo: i consumatori abituali hanno una maggiore tolleranza al THC e quindi un effetto meno duraturo.
In generale, possiamo dire che l’effetto della cannabis terapeutica inizia dopo pochi minuti dall’inalazione e dopo circa un’ora dall’ingestione orale.
L’effetto raggiunge il picco dopo circa 30 minuti dall’inalazione e dopo 2-3 ore dall’ingestione orale. Inizia poi a diminuire dopo circa 2-3 ore dall’inalazione e dopo 6-8 ore dall’ingestione orale.
Tuttavia, gli effetti residui possono persistere per 12-24 ore o anche più, a seconda dei fattori sopra elencati. Saperlo ti è utile se devi guidare o svolgere un lavoro.
Quali sono gli effetti collaterali?
Come per qualsiasi altra sostanza, esistono anche gli effetti collaterali della cannabis terapeutica. Generalmente si verificano quando si fa un uso poco consapevole del prodotto o quando si assume insieme ad altri farmaci.
Tra le controindicazioni comuni troviamo:
- Secchezza delle fauci: riduzione della saliva che può portare a difficoltà a deglutire, carie e infezioni orali;
- Tachicardia: aumento della frequenza cardiaca, che può essere pericoloso per chi ha problemi al cuore;
- Alterazione dell’umore: variazione dello stato emotivo che può portare a paranoia, ansia euforia o addirittura depressione;
- Insonnia: difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno;
- Iperemia congiuntivale: arrossamento degli occhi dovuto alla dilatazione dei vasi sanguigni.
Ci sono poi altri effetti collaterali gravi:
- Crisi paranoiche e di ansia: sensazione di paura, angoscia, persecuzione o minaccia, che può provocare attacchi di panico, allucinazioni o deliri;
- Psicosi: perdita di contatto con la realtà, che può manifestarsi con disturbi del pensiero, del linguaggio, della percezione e del comportamento;
- Alterazione delle funzioni cognitive: compromissione dell’attenzione, della memoria, del giudizio e dell’apprendimento, che può avere conseguenze sul rendimento scolastico o lavorativo;
- Dipendenza: assuefazione fisica e psicologica alla sostanza che porta a un bisogno compulsivo di assumerla e a una sindrome da astinenza in caso di interruzione.
Per ridurre al minimo il rischio di controindicazioni è bene ricordare che la cannabis terapeutica non va assunta in gravidanza o durante l’allattamento, né in associazione con alcol o altre sostanze psicoattive.
Che conseguenze ha sul cervello?
A differenza del CBD, il THC agisce maggiormente sul sistema nervoso centrale e quindi anche sul cervello.
La domanda che sorge spontanea a questo punto è: cosa succede nel cervello con la cannabis?
Ci sono conseguenze di diverso genere, tra quelle positive troviamo:
- Effetti terapeutici: può alleviare i sintomi di malattie come il dolore cronico, la sclerosi multipla, il glaucoma e alcuni tipi di tumori, agendo sui recettori dei cannabinoidi presenti nel cervello e nella spina dorsale;
- Effetti neuroprotettivi: può proteggere il cervello da danni causati da traumi, ictus o malattie neurodegenerative, stimolando la sopravvivenza delle cellule nervose.
Tra le conseguenze negative ci sono:
- Azione psicoattiva: può causare sbalzi dell’umore fino ad alterare la percezione della realtà provocando allucinazioni, delusioni e cambiamenti nella percezione del tempo;
- Effetti cognitivi: può ridurre il volume di alcune aree cerebrali come la corteccia orbitofrontale, soprattutto nei casi di dipendenza, oltre ad alterare la percezione, la memoria e l’apprendimento;
- Effetti psichiatrici: può aumentare il rischio di sviluppare disturbi mentali come la schizofrenia, soprattutto nei soggetti predisposti o che hanno iniziato a fare uso di cannabis durante l’adolescenza.
Sappi che può influire sulla capacità di guidare o di svolgere attività che richiedono attenzione e coordinazione, è quindi molto importante conoscere il modo in cui agisce sul cervello.
Differenza tra cannabis terapeutica e cannabis light
La cannabis light viene venduta al pubblico in tutti gli shop che incontri nel mondo offline e online. Diversamente, la cannabis terapeutica viene venduta solamente in farmacia e può essere acquistata da chi possiede una prescrizione del proprio medico.
Attualmente non esistono leggi in Italia che regolamentano la quantità di CBD presente nei prodotti a base di cannabis. Ben diversa invece è la storia per quanto riguarda il THC, ed è proprio questo principio attivo che diversifica la cannabis terapeutica da quella light.
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CBD e THC
Ricapitolando, la cannabis terapeutica è utilizzata per scopi medici, sotto la supervisione di un professionista sanitario qualificato. Di solito contiene quantità significative di THC, il principio attivo responsabile degli effetti psicoattivi. Molto spesso i livelli di CBD contenuti in questi prodotti sono abbastanza bassi.
La cannabis light, al contrario, è una forma di cannabis che contiene livelli molto bassi di THC (entro lo 0,5% in Italia) e livelli più alti di CBD, il cannabinoide non psicoattivo. In molte giurisdizioni, compresa quella italiana, la cannabis light è legale e disponibile per l’acquisto senza prescrizione medica. Poiché il contenuto di THC è ridotto, gli effetti psicoattivi sono minimi o assenti. La cannabis light è spesso utilizzata come integratore alimentare, poiché il CBD è associato a potenziali benefici per la salute, come la riduzione dell’ansia e dell’infiammazione.
Proprietà della cannabis light
La cannabis light presenta diverse proprietà che la rendono attraente per alcuni consumatori.
Ecco alcune delle sue caratteristiche principali:
- Effetti psicoattivi inesistenti: i suoi effetti psicoattivi sono praticamente inesistenti nella maggior parte dei consumatori, il che significa che non provoca l’intenso “sballo” tipico dell’assunzione di cannabis con un alto contenuto di THC;
- Potenziali benefici per la salute: molti utenti riportano un miglioramento dell’umore, un effetto rilassante e una riduzione dell’ansia e dell’infiammazione;
- Legalità: è legalmente disponibile per l’acquisto e il consumo senza la necessità di una prescrizione medica.
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