Il cannabidiolo, o meglio conosciuto come CBD, è uno dei più famosi principi attivi della canapa, una pianta che fa parte della famiglia delle Cannabaceae, da qui il nome cannabis. Nasce in zone diverse del mondo e da millenni viene utilizzata dall’uomo a scopo terapeutico e curativo. Questa particolare pianta contiene oltre 100 cannabinoidi, un gruppo di sostanze chimiche di cui fa parte anche il CBD, in aggiunta a tantissime altre componenti naturali.
Il CBD ha raggiunto una notevole fama a livello mondiale grazie alle sue innumerevoli proprietà in grado di curare disturbi come l’insonnia, l’ansia, la mancanza di appetito, il dolore, l’infiammazione e tanto altro ancora. Uno degli aspetti per cui è apprezzato di più è il fatto che non sia psicoattivo e che, a differenza del THC, non provochi alterazioni mentali né effetti collaterali per la salute.
Per questi motivi sempre più persone si sono avvicinate ai prodotti a base di CBD, ritenendole alternative naturali ai farmaci tradizionali. Le proprietà benefiche del CBD hanno infatti suscitato l’interesse della comunità scientifica che ha incrementato le ricerche, soprattutto da quando le nazioni sono diventate maggiormente tolleranti nella coltivazione e nella commercializzazione della cannabis. Sempre più studi attestano scientificamente le proprietà curative del CBD nel trattamento di patologie, anche gravi, molto diverse tra loro.
Qual è la storia del CBD?
La storia del CBD inizia nel 1940, quando il chimico americano Roger Adams riuscì a isolare il cannabidiolo (CBD) per la prima volta. Durante le sue ricerche, Adams isolò anche un altro composto della cannabis, il cannabinolo (CBN), e ipotizzò l’esistenza di un terzo composto, che si sarebbe poi rivelato essere il tetraidrocannabinolo (THC), il principale responsabile degli effetti psicoattivi della cannabis.
Nel 1964, il chimico israeliano Raphael Mechoulam fece un’importante scoperta isolando il THC e identificando il sistema endocannabinoide umano, un sistema biologico che interagisce con i composti presenti nella cannabis, tra cui il CBD. Questa scoperta segnò una svolta nella comprensione scientifica degli effetti della cannabis sul corpo umano.
Negli anni ’70 e ’80, numerosi studi iniziarono a rivelare le potenzialità terapeutiche del CBD, in particolare nel trattamento di crisi epilettiche e ansia. A differenza del THC, il CBD non provoca effetti sedativi e viene riconosciuto per la sua capacità di ridurre i sintomi senza alterare lo stato mentale.
Nel 1985, il Regno Unito approvò il primo farmaco a base di cannabis, il Sativex, un spray orale contenente estratti di cannabis, tra cui CBD e THC, per il trattamento della spasticità muscolare nei pazienti affetti da sclerosi multipla.
Questo rappresentò un importante passo avanti nell’uso medico della cannabis e dei suoi componenti, segnando l’inizio di una crescente attenzione verso le potenzialità terapeutiche del CBD.
Tutte le forme del CBD che si trovano sul mercato
Chiarito cos’è il CBD, è importante conoscere tutte le forme nelle quali è possibile trovarlo sul mercato e sapere dove si può comprare. Il CBD è presente in una varietà più o meno pura in tantissimi prodotti come l’olio, i cristalli, le creme, gli alimenti, le tisane e gli integratori.
Nel momento in cui il CBD viene utilizzato per la creazione dell’olio può assumere tre forme diverse:

Ogni prodotto è stato pensato per soddisfare un gusto particolare del consumatore, il quale può trovare il CBD in forme più o meno potenti in base alle sue esigenze.
Differenza tra CBD e THC

CBD e THC sono entrambi cannabinoidi contenuti nella pianta di cannabis.
Il CBD è stato scoperto per la prima volta negli anni ’40 come composto chimico ricco di proprietà adatte al trattamento naturale di un ventaglio davvero ampio di patologie.
Il THC, il cui nome completo è delta-9-tetraidrocannabinolo, è stato isolato solamente negli anni ’60.
Hanno una composizione chimica molto simile e condividono quindi anche le stesse proprietà benefiche e curative. Tuttavia, una grande differenza li contraddistingue: il THC è psicoattivo e può provocare il classico senso di “sballo” associato all’uso di marijuana.
Il National Institute on Drug Abuse ha dichiarato che il THC, nel momento in cui viene assunto dall’organismo, stimola la produzione della dopamina nel cervello. Questo ormone è un importante neurotrasmettitore che regola piacere e umore. Infatti, quando i livelli di dopamina sono alti un individuo si sente molto più felice rispetto a quando sono bassi. Per questo motivo, quando si assume THC si ha la sensazione di euforia e di leggerezza mentale.
È stato proprio questo fattore a portare i Governi del mondo alla decisione di regolamentare in modo ferreo la coltivazione, la commercializzazione e l’utilizzo della cannabis.
In Italia sono legali solamente prodotti che abbiano una percentuale di THC inferiore allo 0,5%, soglia considerata sicura poiché troppo bassa per procurare uno sballo.
Che gusto ha il CBD?
L’olio di CBD si distingue per il suo gusto delicato, che risulta quasi del tutto insapore.
Tuttavia, in alcune varianti, può offrire un piacevole e leggero retrogusto erbaceo, caratteristico degli estratti di canapa di alta qualità coltivati in modo organico.
Questo profilo aromatico discreto lo rende particolarmente apprezzato da chi cerca un prodotto naturale senza sapori invadenti.
Al contrario, i cristalli di CBD, grazie alla loro purezza quasi assoluta, sono completamente privi di sapore. Questo li rende estremamente versatili, adattandosi perfettamente a diversi utilizzi senza alterare il gusto degli alimenti o delle bevande a cui vengono aggiunti.
Sia l’olio che i cristalli rappresentano due opzioni eccellenti per chi desidera beneficiare del CBD, ma con caratteristiche organolettiche differenti, adatte a preferenze ed esigenze diverse.
Il processo di produzione del CBD
Per poter creare prodotti a base di CBD è necessario passare attraverso numerose fasi che vanno dalla coltivazione di sementi regolamentate dalla normativa europea fino all’estrazione del principio attivo. Ciascun coltivatore può eseguire le fasi secondo la propria esperienza e strumentazione, esistono infatti molte strade per poter ottenere prodotti a base di CBD assolutamente legali.
Ecco tutti i passaggi del processo produttivo.
Coltivazione della cannabis
Il processo produttivo parte dalla coltivazione delle piante di cannabis. Questa prima fase è molto delicata perché non è possibile utilizzare qualunque semente, è necessario seguire la normativa del Paese all’interno del quale si intende avviare la coltivazione.
In Italia la legge permette di coltivare semi che appartengono a specifiche varietà di cannabis iscritte al registro comunitario europeo. Devono quindi avere un basso contenuto di THC (inferiore allo 0,2%), ed essere autorizzate alla coltivazione industriale. Questa scelta è stata fatta proprio per garantire la sicurezza dei consumatori che andranno ad acquistare il prodotto finale.
La coltivazione può inoltre avvenire in 3 modalità diverse in base alla propria esperienza, al risultato che si desidera ottenere e allo spazio a disposizione. È possibile coltivare cannabis:

Ciascun metodo presenta sia vantaggi che svantaggi e la scelta è del tutto personale. Ad esempio, la coltivazione outdoor è più semplice e fornisce piante più rigogliose, ma è anche più pericolosa dell’indoor per l’esposizione agli agenti atmosferici e ai parassiti. Dall’altro lato, l’indoor e la serra sono più discreti.
Estrazione del CBD
Dopo aver coltivato e raccolto le piante, è necessario estrarre il CBD. Il principio attivo, come le altre sostanze presenti nella pianta di canapa, si trova all’interno delle infiorescenze. Questa parte è straordinariamente ricca di componenti benefiche e sono proprio queste che vanno a comporre l’olio di CBD.
L’estrazione può avvenire attraverso metodi molto diversi. La scelta dipende dall’esperienza di chi lo realizza, della strumentazione che ha a disposizione e del risultato che intende ottenere.
I principali metodi sono utilizzano:
- CO2 supercritica: è il metodo di estrazione più complesso, che richiede strumenti specifici ma che permette anche di ottenere la forma più pura di CBD, e avviene trasformando la CO2 dallo stato liquido per estrarre il CBD dal vegetale allo stato gassoso per separarlo dal composto ottenuto e questo permette di ottenere un ottimo prodotto senza residui di lavorazione;
- Etanolo: un altro metodo molto comune è l’estrazione di CBD con alcol etilico immergendo il vegetale nella soluzione per poi riscaldare il composto ottenuto per estrarre il principio attivo, un metodo molto più semplice da realizzare ma che può lasciare dei residui chimici nel prodotto finale;
- Idrocarburi: altro metodo di estrazione attraverso sostanze chimiche è quello che sfrutta idrocarburi come il butano o il propano, tuttavia anche questa metodologia rischia di intaccare il prodotto finale oltre a essere rischioso per la salute di chi lo realizza;
- Olio: infine, è possibile estrarre il principio attivo utilizzando un olio come, ad esempio, l’olio di oliva o l’olio MCT in modo semplice e sicuro, anche se il CBD ottenuto con questo metodo non è né concentrato né puro.
A livello industriale il metodo più utilizzato è quello con CO2 supercritica proprio perché mantiene il CBD puro e non lascia residui di lavorazione.
Test di laboratorio
Se le fasi di coltivazione e di estrazione sono state eseguite con cura, è probabile che il prodotto finale ottenuto sia molto buono. Tuttavia, per scoprirlo è fondamentale realizzare dei test di laboratorio. Addirittura, per garantire davvero la qualità di un prodotto, i test dovrebbero essere realizzati da laboratori esterni che non abbiano interessi nei risultati ottenuti. Questi dovrebbero poi apparire all’interno di certificati di analisi da mostrare ai consumatori per renderli più consapevoli di ciò che stanno acquistando.
Le proprietà del CBD
Non è importante solamente sapere cos’è il CBD, ma anche conoscere il suo potenziale. Il CBD sta attraendo sempre più scienziati e consumatori proprio per le sue numerose e potenti proprietà. Molte sono già state attestate da ricerche scientifiche mentre altre sono ancora in fase di analisi, ma i test effettuati fino ad oggi sembrano essere promettenti.
L’uomo ricorre al CBD come cura naturale già da millenni proprio per le sue proprietà:

Applicazioni potenziali del CBD
Il CBD sta emergendo come un alleato promettente nel trattamento di diverse condizioni mediche, grazie alle sue proprietà terapeutiche che lo rendono utile in molteplici ambiti. Ecco alcune delle principali applicazioni potenziali del CBD:
- Trattamento dell’epilessia: È stato dimostrato che il CBD può essere efficace nel trattamento di forme di epilessia farmacoresistente, come la sindrome di Lennox-Gastaut e la sindrome di Dravet.
- Trattamento dell’ansia, disturbi mentali e del sonno: Il CBD ha effetti ansiolitici che possono aiutare a ridurre l’ansia, migliorare il sonno e gestire alcuni disturbi mentali.
- Riduzione di nausea e vomito da chemioterapia: Il CBD è noto per il suo effetto antinausea e può essere utile nel ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia.
- Agente antispastico e analgesico per la sclerosi multipla: Il CBD può alleviare i sintomi della sclerosi multipla, come spasmi muscolari e dolore cronico.
- Sollievo per i sintomi del diabete: Il CBD potrebbe avere un ruolo nel miglioramento della gestione dei sintomi legati al diabete, come la resistenza all’insulina.
- Azione neuroprotettiva per Parkinson e Alzheimer: Le sue proprietà neuroprotettive possono supportare i pazienti con malattie neurodegenerative come il Parkinson e l’Alzheimer.
- Spettro autistico: Il CBD può aiutare a ridurre l’ansia, l’aggressività, i comportamenti ripetitivi, migliorare la socialità e ridurre l’iperattività nei bambini con autismo.
- Riduzione della rigidità arteriosa e malattie cardiovascolari: Il CBD ha effetti che potrebbero contribuire alla riduzione della rigidità arteriosa, aiutando così a prevenire o gestire malattie cardiovascolari.
Effetti collaterali del CBD
Il CBD ha solamente proprietà benefiche o può causare anche controindicazioni? Secondo quanto dichiarato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e da quanto è emerso durante le ricerche scientifiche, il CBD è una sostanza sicura. Negli esseri umani non provoca particolari effetti collaterali, non causa dipendenza e non è tossico.
In alcuni casi si sono verificate solo lievi controindicazioni, ma nulla di grave. Tra gli effetti collaterali più comuni sono stati segnalati:
- sensazione di vertigini o di ansia
- diarrea
- bocca asciutta
- cefalea
- sonnolenza
- diminuzione dell’appetito
- lievi cambiamenti di umore
La tipologia e l’intensità degli effetti collaterali che si possono verificare variano da persona a persona. Ma l’aspetto più importante è che in nessun caso si sono mai verificati degli effetti gravi o permanenti.
Reazioni avverse possono aversi in casi specifici, per questo è sempre meglio chiedere consiglio e supporto al proprio medico di fiducia, soprattutto se si stanno assumendo anche altri farmaci che potrebbero risultare incompatibili con il CBD.
Il CBD è un rimedio naturale sicuro rispetto al THC, il quale è stato il primo a destare interesse negli scienziati per il trattamento di patologie più o meno gravi. Solo successivamente la ricerca scoprì che il CBD era molto più sicuro, poiché possedeva le stesse proprietà ma non alterava le facoltà mentali nei pazienti.
Inoltre, il CBD risulta sicuro anche rispetto a tanti farmaci tradizionali, perché non intacca l’organismo mentre cerca di curare un disturbo e soprattutto non crea dipendenza.
Dosaggio del CBD
Il dosaggio del CBD è altamente soggettivo e varia da persona a persona, influenzato da diversi fattori come il peso corporeo, l’età, il metabolismo, la sensibilità individuale, la condizione che si desidera trattare e la concentrazione del prodotto utilizzato.
Non esiste una dose standard valida per tutti, motivo per cui è fondamentale procedere con cautela. Si consiglia di iniziare con una dose bassa, ad esempio 5-10 mg al giorno, e monitorare attentamente gli effetti sul proprio corpo.
Successivamente, è possibile aumentare gradualmente il dosaggio, se necessario, fino a trovare la quantità ideale che offra i benefici desiderati senza effetti collaterali. Questo approccio graduale permette di personalizzare l’uso del CBD in modo sicuro ed efficace.
CBD Oil Dosage Calculator
Come interagisce il CBD con l’organismo
La domanda a cui hanno cercato di rispondere gli scienziati è: com’è possibile che il CBD procuri tutti questi benefici?
La cannabis viene studiata da molti decenni, ma è solo di recente che la scienza ha scoperto l’esistenza di recettori dei cannabinoidi all’interno del cervello dei mammiferi. Fu nel 1992 che alcuni ricercatori scoprirono l’esistenza del sistema endocannabinoide.
Il sistema endocannabinoide è un importante sistema biologico che si trova all’interno del sistema nervoso centrale, compreso il cervello, e nel sistema nervoso periferico dei vertebrati. La sua scoperta rappresentò una svolta nella scienza, perché questo sistema regola numerosi processi fisiologici e cognitivi. Si occupa, infatti, della regolazione dell’umore, del sonno, dell’appetito, del sistema immunitario, della fertilità, del dolore e della memoria.
Il sistema produce già delle sostanze chimiche con una composizione simile ai cannabinoidi, si parla infatti di endocannabinoidi. Questi ultimi hanno la funzione di regolare i processi appena elencati. Tuttavia, quando sono presenti in bassa quantità, non riescono a regolarli come dovrebbero, provocando l’insorgere di disturbi.
I ricercatori hanno scoperto che i cannabinoidi possono riequilibrare le funzioni vitali proprio perché hanno una composizione chimica simile e per il fatto che si legano a due recettori primari: CB1 e CB2.
CBD e THC si legano a questi recettori presenti nel corpo stimolando una risposta al dolore, all’infiammazione, all’umore, al pensiero, al movimento e a tante altre funzioni.

In questo senso il CBD può essere considerato un rimedio rivoluzionario rispetto alle cure tradizionali. Non si limita ad eliminare una conseguenza, come fanno molti altri farmaci creati in laboratorio, ma riequilibra i processi fisiologici e cognitivi agendo alla base del problema ed integrando quelle sostanze che il corpo non riesce da solo a produrre nella giusta quantità per mantenersi in salute.
Il CBD è legale?
Il CBD legale è una sostanza che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è considerata sicura per la salute umana, senza effetti psicoattivi significativi.
Il suo uso, infatti, è generalmente associato a benefici come il sollievo dallo stress e l’alleviamento di alcuni disturbi, come ansia e insonnia.
Per essere legale, il contenuto di THC, il composto psicoattivo della cannabis, deve essere inferiore allo 0,2%, una percentuale che assicura l’assenza di effetti psicotropi.
Tuttavia, è importante notare che la legislazione in materia di CBD e cannabis è in continua evoluzione, e le normative possono variare a seconda dei paesi e delle giurisdizioni locali.
Per quanto tempo il CBD rimane nelle urine?
Quanto dura il CBD nelle urine? Per un periodo che può variare da 3 giorni a 2 settimane dopo l’assunzione, a seconda di fattori come la frequenza di utilizzo, la dose e il metabolismo individuale.
Essendo una sostanza legale, l’assunzione di CBD non costituisce un reato civile o penale, a meno che non contenga quantità elevate di THC, che potrebbero renderlo illegale.
Per garantire la sicurezza e la conformità alla normativa, è importante acquistare prodotti certificati dall’Unione Europea, che assicurano che il contenuto di THC non superi i limiti consentiti (0,2%).
In questo modo, si può essere certi di utilizzare prodotti legali e sicuri.
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