CBD e THC sono due principi attivi estratti dalle piante di Cannabis Sativa. Integrati nella preparazione di diversi articoli per il corpo e alcuni prodotti commestibili, stanno diventando sempre più popolari grazie alle proprietà terapeutiche che li contraddistinguono. Nonostante la crescente attenzione nei confronti del settore, però, le due sostanze devono sottostare a diverse normative. CBD e THC, infatti, non causano gli stessi effetti sul corpo umano e, pertanto, le leggi che regolano la loro commercializzazione e il loro utilizzo a scopi medicinali e ricreativi sono differenti.
Dopo un primo approfondimento sul cannabidiolo (CBD) e sul tetraidrocannabidiolo (THC), esploreremo nel dettaglio quali sono le principali caratteristiche che li contraddistinguono, per poi passare alla discussione dei principali pro e contro associati a THC e CBD. Una volta raggiunto un buon livello di conoscenza, passeremo alla scoperta delle normative vigenti in Italia e in America.
Cos’è il CBD e caratteristiche?
Il cannabidiolo (CBD), estratto dalla canapa, è ampiamente conosciuto e utilizzato in prodotti commestibili, per la cura del corpo e della pelle. Grazie alle sue proprietà benefiche, è diventato un trattamento naturale popolare per vari disturbi fisici e psicologici, spesso preferito per i minori effetti collaterali rispetto ai farmaci convenzionali. Questo successo ha stimolato una vasta produzione di articoli contenenti CBD, tra cui gel, oli, lozioni, lubrificanti, caramelle gommose, integratori e bevande, offrendo ai consumatori molteplici opzioni.
Il CBD agisce come antidolorifico, antinfiammatorio, ansiolitico, e aiuta a combattere insonnia e irritazioni cutanee. È scelto anche da coppie che cercano di migliorare la loro vita sessuale, poiché può ridurre lo stress e migliorare l’umore. Inoltre, potrebbe avere effetti positivi contro convulsioni ed emicranie. La sua crescente popolarità è dovuta alle sue numerose proprietà benefiche.
Nonostante il suo successo, è importante considerare un aspetto importante. Molti prodotti a base di CBD contengono tracce di tetraidrocannabinolo (THC), l’elemento psicoattivo della cannabis. È fondamentale che la quantità di THC sia inferiore allo 0,2% per essere legale, ma è comunque importante prestare attenzione alla sua presenza. Questa soglia è considerata sicura per la salute poiché non produce effetto inebriante.
La crescita del mercato del CBD è rapida, con sempre più consumatori che lo incorporano nella propria routine. L’assenza di effetti psicoattivi e la mancanza di dipendenza sono tra le ragioni del suo successo. Tuttavia, è essenziale dosarlo attentamente e seguire le istruzioni per garantire un utilizzo sicuro ed efficace.
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Qual è l’effetto collaterale di maggior rilievo del CBD?
Come qualsiasi principio attivo, il CBD può generare effetti indesiderati. Questi variano da individuo a individuo e possono essere influenzati dal dosaggio e dalla qualità del prodotto utilizzato.
Uno dei sintomi più comuni associati al CBD è la sonnolenza o la sensazione di stanchezza, specialmente con dosi elevate. Altri possibili effetti collaterali includono modifiche dell’appetito, secchezza delle fauci, diarrea, bassa pressione sanguigna e vertigini.
Tuttavia, è importante notare che l’Organizzazione Mondiale della Sanità considera il CBD sicuro e ben tollerato quando assunto secondo le dosi consigliate. Gli effetti negativi riscontrati negli studi sono stati rari, lievi e temporanei. Ridurre la dose o interrompere l’assunzione del prodotto solitamente risolve tali sintomi. È essenziale consultare il proprio medico prima di utilizzare il CBD per trattare disturbi, specialmente se si stanno assumendo altri farmaci, poiché potrebbero verificarsi interazioni.
Cos’è il THC e caratteristiche?
Il tetraidrocannabidiolo (THC), estratto principalmente dalla cannabis, è spesso associato a una reputazione negativa poiché è il principale componente psicoattivo della pianta, responsabile del rilascio di dopamina nel cervello. Il suo consumo eccessivo può portare alla dipendenza, con consumatori che aumentano costantemente le dosi per replicare la sensazione di “sballo”, creando una condizione di rischio per la salute. Questi rischi contribuiscono alla percezione negativa che circonda il THC.
Tuttavia, ricerche scientifiche hanno rivelato potenziali utilizzi terapeutici sia di THC che di CBD. Entrambe le sostanze possiedono proprietà antidolorifiche e antinfiammatorie, e il THC può essere prescritto in alcuni Paesi come parte della marijuana medica. I benefici includono la riduzione del dolore e della nausea legati ai trattamenti contro il cancro, oltre al sollievo da stress, insonnia, emicranie e tremori.
Nonostante i benefici terapeutici, l’abuso ripetuto di THC comporta rischi significativi per la salute e può portare alla dipendenza. È importante monitorare attentamente il consumo per evitare questa condizione. Gli effetti collaterali includono aumento della frequenza cardiaca, secchezza delle fauci, perdita di memoria, occhi rossi e rallentamento dei tempi di reazione.
È quindi cruciale cercare un equilibrio tra i potenziali benefici terapeutici e i rischi associati, evitando un consumo eccessivo che potrebbe portare alla dipendenza e a problemi di salute. Ma come dicevamo poco fa, nell’erba legale il limite è basso proprio per garantire la sicurezza dei consumatori, evitando sballo e dipendenza.
Principali differenze tra CBD e THC
THC e CBD, pur essendo entrambi presenti nella pianta di cannabis, hanno caratteristiche e impatti sull’organismo umano sostanzialmente diversi. Vediamo nello specifico le principali differenze tra CBD vs THC.
Composizione chimica e psicoattività
Il THC è noto per essere il componente psicoattivo principale della cannabis, responsabile dell’effetto “sballo” associato al consumo ricreativo della pianta. Questo effetto è dovuto alla sua capacità di legarsi ai recettori CB1 nel cervello, rilasciando dopamina e generando una sensazione di euforia.
La più grande differenza tra CBD e THC è che il CBD non produce effetti psicoattivi, in quanto interagisce con i recettori del sistema endocannabinoide in modo diverso, senza legarsi direttamente ai recettori CB1. Questa caratteristica rende il CBD un candidato ideale per applicazioni terapeutiche, in quanto non altera significativamente lo stato di coscienza dell’individuo.
Effetti terapeutici
Entrambi i cannabinoidi hanno dimostrato potenziali benefici terapeutici, ma i loro effetti e le loro applicazioni differiscono. Il THC è stato utilizzato per trattare condizioni come il dolore cronico, la nausea e la perdita di appetito, spesso associati a malattie gravi come il cancro o l’HIV/AIDS.
Il CBD, d’altra parte, è stato studiato per le sue proprietà antinfiammatorie, ansiolitiche e neuroprotettive. Come abbiamo già accennato, è utilizzato per trattare una varietà di condizioni, tra cui epilessia, ansia, disturbi psicotici e infiammazioni.
Legalità
La legalità THC e CBD varia notevolmente a seconda della giurisdizione. A causa dei suoi effetti psicoattivi, il THC è soggetto a restrizioni legali più severe in molti Paesi. In Europa, per l’appunto, deve essere inferiore allo 0,2%.
Il CBD, tuttavia, è generalmente considerato legale in molte parti del mondo, a condizione che derivi da varietà di canapa con bassi livelli di THC. Attualmente non sono previsti limiti legali come accade invece per il THC.
Sicurezza ed effetti collaterali
Gli effetti collaterali del THC possono includere alterazioni della percezione, difficoltà di concentrazione, coordinazione motoria compromessa e memoria a breve termine ridotta. Questi effetti rendono il THC meno desiderabile per alcuni pazienti, specialmente quando utilizzato in dosi elevate o per lunghi periodi di tempo.
Il CBD è noto per avere un profilo di sicurezza molto alto, con effetti collaterali generalmente lievi, come vertigini o secchezza delle fauci. Questo lo rende un’opzione terapeutica attraente per coloro che cercano i benefici dei cannabinoidi senza gli effetti psicoattivi.
Le diverse ratio CBD:THC
Un rapporto equilibrato come 1:1 è ideale per coloro che cercano i benefici medici del CBD e desiderano anche leggeri effetti euforici del THC. Questi ceppi tendono a essere meno psicoattivi rispetto a quelli non equilibrati.
Esistono poi rapporti estremi come lo 0:1, dove è presente solo THC e ha quindi effetto psicotropo, oppure 1:0 dove il CBD è molto potente e ha un grande effetto sull’umore.
Rapporti con un alto contenuto di CBD, come 2:1, 10:1 o addirittura 20:1, sono preferibili per coloro che cercano sollievo per ansia, infiammazione o dolore, senza sperimentare un’intensa sensazione di “high”. Più alto è il rapporto CBD, meno intensi saranno gli effetti psicoattivi del THC.
Al contrario, i prodotti con un rapporto THC più elevato, come 1:2 o 1:10, sono migliori per gli utenti che cercano potenti effetti psicoattivi del THC, con il possibile beneficio aggiunto del sollievo dal dolore o una riduzione dell’ansia. Questi rapporti possono essere preferiti da coloro che hanno una maggiore tolleranza al THC.
Il concetto di “effetto entourage” suggerisce che THC e CBD lavorino in sinergia per migliorare le reciproche proprietà terapeutiche riducendo al minimo i potenziali effetti avversi. Questa interazione tra i composti è una delle ragioni principali per cui il rapporto CBD:THC specifico in un prodotto è così significativo.
Quando si seleziona un prodotto a base di cannabis, è essenziale considerare le esigenze personali e i risultati desiderati. Il rapporto ideale può variare ampiamente da individuo a individuo e ciò che funziona per una persona potrebbe non funzionare per un’altra. Si consiglia sempre di iniziare con una dose più bassa e di aggiustare gradualmente il rapporto in base all’esperienza personale e al livello di comfort.
L’importanza del rapporto tra CBD e THC
La ricerca suggerisce che il rapporto CBD:THC può influenzare significativamente l’esperienza dell’utente e l’efficacia terapeutica della cannabis. Ad esempio, un rapporto di 1:1 è spesso considerato equilibrato, offrendo benefici sia dal CBD che dal THC senza dominare gli effetti psicoattivi. Alcuni studi indicano che il CBD può ridurre o modificare gli effetti indesiderati del THC, come l’ansia e la tachicardia, agendo come un antagonista dei recettori CB1.
Per coloro che sono sensibili agli effetti del THC o che cercano benefici terapeutici senza l’alterazione della coscienza, le varietà di cannabis con un alto rapporto di CBD a THC possono essere più appropriate. Queste varietà possono fornire sollievo dai sintomi con un rischio minore di effetti collaterali psicoattivi.
La ricerca sul rapporto ottimale tra THC e CBD, benché iniziata negli anni ’70, è ancora in corso e ulteriori studi sono necessari per comprendere appieno il potenziale terapeutico e gli effetti di questi cannabinoidi.
Il rapporto CBD:THC è un fattore cruciale nella personalizzazione dell’uso della cannabis per scopi terapeutici. Gli utenti e i professionisti della salute devono considerare attentamente questo rapporto per massimizzare i benefici e minimizzare gli effetti indesiderati, sempre nel rispetto delle leggi locali e sotto la guida di un medico qualificato.
Focus sul tema della legalità
Il CBD è perfettamente legale su tutto il territorio italiano. Produttori e venditori non devo quindi sottostare a nessun tipo di limitazione e possono commercializzare senza alcun problema tutti i prodotti contenenti CBD. Allo stesso modo, chiunque desideri acquistare cibi, bevande, creme, oli o lozioni per il corpo a base di cannabidiolo è perfettamente libero di farlo senza paura di incorrere in ripercussioni legali.
Le principali restrizioni riguardano invece la possibilità di vendere e consumare articoli con un’elevata concentrazione di tetraidrocannabidiolo. Le leggi imposte variano a seconda del paese. In Italia, ad esempio, non è consentito commercializzare prodotti con una percentuale di THC superiore allo 0,2%. È responsabilità del venditore garantire la conformità dei prodotti con la legge attualmente in atto.
In America le normative che regolano la penalizzazione della cannabis variano da stato a stato. Attualmente sono 12 gli stati che hanno deciso di legalizzare la marijuana a fini terapeutici. In Colorado, ad esempio, la vendita di prodotti contenenti percentuali maggiori di THC è tassata e regolamentata anche a fini ricreativi.
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Perché l’olio di CBD è un ottimo prodotto?
Tra i diversi prodotti in commercio, uno dei più apprezzati e versatili è l’olio di CBD. Prodotto naturale privo di effetti collaterali, è particolarmente efficace come antidolorifico e neuro protettore, nonché come rimedio contro l’insonnia e come acceleratore durante il recupero delle fratture ossee.
La causa delle potenzialità derivanti dall’utilizzo di olio di CBD è riconducibile alla presenza di numerosi cannabinoidi che interagiscono e collaborano tra loro. L’effetto combinato di tutte queste sostanze amplifica non di poco tutte le caratteristiche benefiche.
Ricerche scientifiche hanno infatti dimostrato l’esistenza dell’effetto entourage, che affronta il tema dell’impatto della combinazione di tutti i cannabinoidi presenti all’interno delle piante di cannabis sul corpo. CBD e THC, dunque, se assunti contemporaneamente, sono in grado di apportare al corpo il doppio dei benefici positivi.
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