Da millenni l’uomo coltiva le piante nella terra. Tuttavia, per ottenere ottime coltivazioni, sono necessari grandi spazi e terreno fertile. Ecco quindi che, nelle menti più ingegnose, si è fatta strada la coltivazione idroponica.
Come suggerisce la parola stessa, di cui vedremo il significato tra pochissimo, l’idroponica indica un metodo di coltivazione fuori dalla terra che sfrutta una soluzione nutritiva a base di acqua.
L’idroponica è una metodologia all’avanguardia che adotta tecniche differenti rispetto alla coltivazione tradizionale. Tra i numerosi vantaggi, offre la possibilità di coltivare piante anche in ambienti e in condizioni non ideali per la crescita.
Le coltivazioni idroponiche sono molto sfruttate, hanno rivoluzionato il modo in cui coltiviamo una vasta gamma di piante, e l’erba non fa eccezione, anche per l’erba legale.
Con una crescente domanda di prodotti di cannabis di alta qualità i coltivatori, sempre più interessati a questo metodo, stanno esplorando metodi innovativi per massimizzare il rendimento e la qualità della loro coltivazione.Scopriamo dunque come viene coltivata l’erba idroponica, quali sono i benefici di questa modalità e le tecniche più utilizzate per raggiungere gli obiettivi di resa e qualità nella produzione.
Cos’è l’erba idroponica?
La parola idroponica deriva dall’unione di hidro (acqua) e ponos (lavoro) e si riferisce alla coltivazione delle piante nell’acqua. Nel metodo idroponico, infatti, i vegetali non assorbono sostanze nutritive e ossigeno dal terreno ma sfruttano metodi alternativi.
La coltivazione idroponica è conosciuta anche come coltivazione senza suolo o fuori suolo ed è una tecnica innovativa e moderna. I coltivatori sostituiscono il terriccio con substrati inumiditi con sostanze nutritive ed acqua: le radici, immerse nei liquidi, estraggono i nutrienti dei quali hanno bisogno direttamente dalle soluzioni.
L’acqua contiene infatti tutte le sostanze nutritive di cui le piante hanno bisogno e le tecniche utilizzate, che vedremo dopo, garantiscono una buona ossigenazione.
La coltivazione senza suolo è abbastanza costosa, richiede competenze specifiche e molta attenzione. L’ossigenazione è uno degli aspetti più importanti al fine di evitare complicazioni: se le piante non ricevono abbastanza ossigeno, la crescita sarà molto più lenta. Nonostante questo, però, l’idroponica comporta numerosi vantaggi e benefici.
L’erba idroponica è quindi una varietà di cannabis coltivata utilizzando il metodo dell’idroponica.
L’utilizzo della coltivazione idroponica per la cannabis è diventato sempre più popolare tra i coltivatori, sia a livello amatoriale che commerciale, poiché offre la possibilità di ottenere raccolti consistenti e di alta qualità. Tuttavia, è importante sapere che la coltivazione idroponica richiede una comprensione più approfondita delle esigenze delle piante e una gestione più attenta del sistema rispetto ai metodi tradizionali.
La storia dell’idroponica
Una delle prime testimonianze risale ai giardini pensili di Babilonia del 600 a.C. Questi giardini utilizzavano una forma primitiva di idroponica per irrigare le piante: l’acqua proveniente dall’Eufrate veniva convogliata in canali sopraelevati che attraversavano i giardini, fornendo alle piante l’acqua e i nutrienti necessari per la crescita anche in una zona così arida.
Alcune civiltà delle Americhe, come gli Aztechi, hanno sviluppato tecniche simili di coltivazione idroponica. Gli Aztechi praticavano l’agricoltura galleggiante su palafitte, coltivando mais, fagioli e zucche in giardini galleggianti che sfruttavano le risorse acquatiche.
Anche in Asia, ci sono tracce di pratiche di coltivazione idroponica antiche. In Cina, per esempio, si hanno prove di coltivazioni galleggianti di riso, dove il riso veniva coltivato su materiale galleggiante all’interno di stagno.
Una delle prime persone ad esplorare sistematicamente la coltivazione delle piante senza suolo è stata il botanico tedesco Julius von Sachs. Nel 1860, Sachs condusse esperimenti pionieristici sulla coltivazione delle piante sfruttando l’acqua.
Tuttavia, il vero impulso per lo sviluppo dell’idroponica moderna è arrivato durante la prima metà del XX secolo. Negli anni ’30 e ’40, alcuni ricercatori iniziarono a esplorare l’idea di coltivare piante in soluzioni nutrienti senza l’uso del suolo. Tra questi, si distinse il lavoro del professor William Frederick Gericke dell’Università della California, che introdusse il termine “idroponica” e condusse esperimenti innovativi sulla coltivazione delle piante in soluzione nutritiva.
Negli anni ’60, la NASA ha iniziato a esplorare la coltivazione idroponica come soluzione per fornire cibo alle missioni spaziali.
Negli anni ’70 e ’80, la coltivazione idroponica ha guadagnato popolarità a livello commerciale. Oggi, è ampiamente utilizzata in tutto il mondo, sia per la produzione di cibo che per la coltivazione di piante ornamentali e medicinali, tra cui la cannabis.
Differenza tra metodo idroponico attivo e passivo
Il metodo idroponico attivo e quello passivo sono due approcci diversi alla coltivazione delle piante senza l’uso del suolo, ma si differenziano principalmente per la modalità con cui vengono forniti acqua e nutrienti alle radici delle piante.
Nel metodo idroponico attivo, l’acqua e i nutrienti vengono forniti alle radici delle piante attraverso un sistema di pompaggio meccanico. Questo sistema di irrigazione può essere costituito da pompe, tubi e dispositivi di distribuzione che forniscono una soluzione nutritiva direttamente alle radici delle piante a intervalli regolari. I sistemi idroponici attivi sono noti per offrire un controllo preciso sulla quantità e sulla frequenza con cui le piante ricevono acqua e nutrienti, permettendo di ottimizzare il processo di crescita e di massimizzare il rendimento.
Nel metodo idroponico passivo, l’acqua e i nutrienti vengono forniti alle radici delle piante senza l’uso di pompe o dispositivi meccanici. Sfrutta quindi la capillarità e la gravità per trasportare l’acqua e i nutrienti dalla soluzione nutritiva a un substrato inerte, come la perlite, la vermiculite o la fibra di cocco. Le piante assorbono quindi l’acqua e i nutrienti attraverso la capillarità del substrato. I sistemi idroponici passivi sono generalmente più semplici e meno costosi dei sistemi attivi, ma possono essere meno efficienti nel fornire una distribuzione uniforme di acqua e nutrienti alle radici delle piante.
Mentre entrambi i metodi hanno come obiettivo comune quello di fornire alle piante acqua e nutrienti senza l’uso del suolo, il metodo idroponico attivo utilizza un sistema di pompaggio meccanico per questo scopo, e il metodo idroponico passivo si affida alla capillarità e alla gravità per il trasporto dei nutrienti.
I vantaggi della coltivazione dell’erba idroponica
Le tecniche di coltivazione idroponica consentono di coltivare facilmente la canapa. L’erba idroponica è, dunque, cannabis cresciuta senza l’uso del terreno tradizionale. Come ogni altra pianta, ha bisogno di sostanze nutritive, acqua e ossigeno per crescere. Questa tecnica alternativa prevede la sostituzione dei nutrienti naturali presenti nel terreno con nutrienti introdotti dal coltivatore.
La coltivazione fuori suolo di erba comporta tantissimi vantaggi che è bene prendere in considerazione:
- Aumento del rendimento: la coltivazione idroponica consente un controllo preciso dell’ambiente di crescita delle piante, inclusi fattori come la disponibilità di acqua, nutrienti, luce e temperatura;
- Riduzione del consumo di acqua: i sistemi idroponici possono essere progettati per riciclare e riutilizzare l’acqua in modo più efficiente rispetto alla coltivazione tradizionale in suolo, riducendo così il consumo complessivo;
- Controllo preciso dei nutrienti: con la coltivazione idroponica, è possibile fornire alle piante esattamente la quantità di nutrienti di cui hanno bisogno, evitando sovra o sotto fertilizzazione;
- Crescita più veloce: le piante coltivate idroponicamente tendono a crescere più velocemente rispetto a quelle coltivate in suolo, poiché hanno accesso immediato a una quantità ottimale di acqua, nutrienti e ossigeno;
- Minore rischio di malattie del suolo e minor inquinamento: poiché le piante idroponiche non sono coltivate in suolo, c’è un minore rischio di malattie e di attacchi da parte di parassiti del suolo, come funghi e insetti, nonché riduzione dell’inquinamento;
- Spazio ridotto: i sistemi idroponici possono essere progettati per occupare meno spazio rispetto alla coltivazione in suolo;
- Coltivazione in ambienti controllati: consente di coltivare le piante in ambienti interni che possono essere ottimizzati per massimizzare la qualità e la consistenza dei raccolti, indipendentemente dalle condizioni esterne.
Infine, tra gli effetti dell’erba idroponica pare ci siano fiori più “fumabili”.
I costi della coltivazione della cannabis idroponica
I costi della coltivazione idroponica possono variare in modo significativo a seconda di diversi fattori, tra cui:
- Dimensioni del sistema: un sistema più grande avrà un costo iniziale più elevato, ma consentirà di coltivare più piante e produrre un raccolto più abbondante;
- Tipo di sistema: i sistemi idroponici attivi sono generalmente più costosi dei sistemi passivi;
- Componenti: la qualità dei componenti utilizzati, come la pompa, il timer e la lampada, influenzerà il costo complessivo del sistema;
- Nutrienti e fertilizzanti: il tipo e la quantità di nutrienti e fertilizzanti necessari dipenderanno dalla varietà di cannabis coltivata e dalla fase di crescita;
- Elettricità: i sistemi idroponici attivi richiedono l’utilizzo di una pompa, che può aumentare il costo dell’elettricità;
- Acqua: il costo dell’acqua dipenderà dalla tariffa locale e dalla quantità di acqua utilizzata;
- Manutenzione: i sistemi idroponici richiedono una manutenzione regolare, che può includere la pulizia del sistema, la sostituzione dei componenti e il monitoraggio del pH e dei livelli di nutrienti.
In generale, i costi di avviamento per una coltivazione idroponica di cannabis possono variare da poche centinaia di euro a diverse migliaia di euro. I costi di produzione successivi saranno inferiori, ma è comunque necessario considerare il costo dell’elettricità, dell’acqua, dei nutrienti e della manutenzione.
Di seguito alcuni esempi di costi per una coltivazione idroponica di cannabis.
Sistema idroponico passivo:
- Kit di avviamento: 200-500 euro;
- Nutrienti e fertilizzanti: 50-100 euro per ciclo di crescita;
- Elettricità: 10-20 euro al mese;
- Acqua: 5-10 euro al mese.
Sistema idroponico attivo:
- Kit di avviamento: 500-1000 euro;
- Nutrienti e fertilizzanti: 50-100 euro per ciclo di crescita;
- Elettricità: 20-40 euro al mese;
- Acqua: 5-10 euro al mese.
Oltre ai costi materiali, è importante considerare anche il tempo e l’impegno necessari per coltivare con successo la cannabis idroponica.
Cosa sono i substrati
I substrati sono i materiali, o la combinazione di materiali, utilizzati per sostituire il terreno.
Esistono diverse tipologie di substrati, ognuno dei quali caratterizzato da proprietà differenti. I principali sono:
- La lana di roccia: uno dei più utilizzati in idroponica. Costituita da materiale inorganico, trattiene bene acqua e aria, ma contiene PHP troppo alcalino. Prima dell’utilizzo, pertanto, deve essere stabilizzata. Questo substrato offre riparo dagli sbalzi di temperatura e dalla luce solare ma non è biodegradabile.
- L’argilla espansa: conosciute anche come pietre colturali, si tratta di palline di argilla sottoposta ad alte temperature. Il materiale fuso si trasforma in un substrato ideale che trattiene l’umidità e consente alle radici di rimanere umide. Tra i punti a favore si cita la possibilità di riutilizzare più volte questo substrato.
- Perlite: minerale naturale simile al vetro, con PH neutro. La perlite può essere utilizzata da sola oppure miscelata a un altro substrato.
- Vermiculite: la vermiculite ha proprietà simili alla perlite. Anche questo substrato, infatti, può essere miscelato ad altri materiali o adottato singolarmente. La vermiculite è un silicato di alluminio, ferro e magnesio che, se sottoposto ad alte temperature, può dilatarsi notevolmente.
- Fibra di cocco: materiale vegetale che trattiene bene l’umidità e protegge le piante da funghi e malattie. Substrato venduto in cubetti compressi ed essiccati, deve essere idratato per riassumere le dimensioni originali. La fibra di cocco è un materiale consigliato in quanto contiene ormoni naturali che favoriscono la crescita delle piante di Cannabis.
Grazie alla loro buona capacità di assorbimento, trattengono sostanze nutritive, acqua e ossigeno e consentono alle piantine di crescere in salute.
I migliori fertilizzanti per l’erba idroponica
Per scegliere i migliori fertilizzanti per l’erba idroponica, controlla che abbiano le seguenti caratteristiche:
- Specificità per la coltivazione idroponica: i fertilizzanti generici non sono adatti all’idroponica, in quanto possono contenere ingredienti che possono danneggiare le radici o accumularsi nel sistema, mentre i fertilizzanti specifici per l’idroponica sono formulati con i nutrienti necessari alle piante in proporzioni equilibrate e in forme che possono essere facilmente assorbite dalle radici;
- NPK bilanciato: il rapporto NPK (azoto, fosforo e potassio) è fondamentale per la crescita sana della cannabis, i migliori fertilizzanti per l’erba idroponica avranno un rapporto NPK bilanciato che soddisfa le esigenze specifiche della varietà di cannabis coltivata e della fase di crescita;
- Microelementi: oltre ai macronutrienti NPK, le piante necessitano anche di microelementi come calcio, magnesio, ferro e zinco, i fertilizzanti devono quindi contenere tutti i microelementi necessari in forme chelate, che le rendono facilmente assorbibili dalle piante;
- pH equilibrato: il pH della soluzione nutritiva è fondamentale per l’assorbimento dei nutrienti da parte delle piante, i fertilizzanti devono essere formulati per avere un pH equilibrato che si adatta al sistema idroponico utilizzato;
- Solubilità: i fertilizzanti per l’erba idroponica devono essere completamente solubili in acqua per evitare di intasare il sistema di irrigazione;
- Purezza: sono privi di contaminanti come metalli pesanti e pesticidi.
Alcuni esempi di fertilizzanti per cannabis idroponica che soddisfano queste caratteristiche includono Canna Hydro Vega e Canna Hydro Flores, General Hydroponics Flora Series in tre parti, Advanced Nutrients Sensi Coco Grow e Advanced Nutrients Sensi Coco Bloom.
Metodi di coltivazione dell’erba idroponica
Abbiamo parlato poco fa della differenza tra sistemi attivi e passivi nell’idroponica.
Ecco alcuni dei più comuni sistemi idroponici attivi:
- Sistema Nutriente Film (NFT – Nutrient Film Technique): la soluzione nutritiva viene pompata in un canale inclinato lungo il quale scorre in modo continuo, formando uno strato sottile (film) che viene assorbito dalle radici delle piante;
- Sistema a subacquea profonda (DWC): inonda le radici delle piante con una soluzione nutritiva, ossigenata da una pompa ad aria;
- Nebulizzazione (Aeroponica): le radici delle piante sono sospese in aria e vengono nebulizzate con una soluzione nutritiva tramite ugelli o nebulizzatori;
- Sistema Verticale (Vertical Farming): prevede la coltivazione delle piante su colonne o torri verticali, la soluzione nutritiva viene pompata dalla base e scorre attraverso un sistema di canali o tubi, bagnando le radici delle piante lungo il percorso.
Vediamo invece i sistemi passivi più diffusi:
- Sistema a stoppino: utilizza uno stoppino per trasportare la soluzione nutritiva dalla riserva di nutrienti alle radici delle piante;
- Flusso e riflusso: inonda periodicamente le radici delle piante con una soluzione nutritiva drenata in un serbatoio e riutilizzata.
La scelta del metodo di coltivazione idroponica più adatto dipende da diversi fattori, tra cui:
- Le dimensioni dello spazio di coltivazione;
- Il budget;
- L’esperienza con la coltivazione idroponica;
- La varietà di cannabis che si vuole coltivare.
È importante fare delle ricerche e pianificare attentamente il progetto di coltivazione idroponica prima di iniziare.
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La coltivazione dell’erba idroponica è quindi una soluzione all’avanguardia per i coltivatori di cannabis, perché offre un’allettante opportunità di massimizzare la resa, la qualità e l’efficienza della coltivazione. Attraverso l’utilizzo di sistemi idroponici avanzati, è possibile garantire un controllo preciso sull’ambiente di crescita delle piante, consentendo di raggiungere il loro pieno potenziale in termini di sviluppo, produzione di cannabinoidi e terpeni, e salute generale.
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