La situazione della cannabis negli USA è da sempre complessa e in continua evoluzione, caratterizzata da una forte tensione tra le leggi federali e quelle statali. È proprio qui, negli Stati Uniti, che ebbe inizio il proibizionismo contro l’uso della cannabis, con l’approvazione del Marijuana Tax Act del 1937, firmato dal presidente Franklin D. Roosevelt. 

Questa legislazione ha segnato l’inizio di una lunga epoca di criminalizzazione, che non solo si è radicata negli Stati Uniti, ma si è anche rapidamente diffusa nel resto del mondo, influenzando le politiche internazionali sulla droga.

Per decenni, il fiore è stato rigidamente classificato come droga pesante, considerata ad alto rischio di abuso e senza alcun valore medico riconosciuto, equiparata a sostanze come l’eroina e altre droghe estremamente pericolose. Ciò ha limitato la ricerca e criminalizzato pesantemente il suo possesso, vendita e uso in tutti gli USA.

Negli ultimi anni, le cose sembrano essere cambiate significativamente. Si è assistito, infatti, a una crescente pressione per riformare le leggi federali sulla cannabis negli Stati Uniti, tramite diversi progetti di legge. Una delle iniziative più recenti è la proposta del Dipartimento di Giustizia di riclassificare la marihuana come droga meno pesante, spostandola in una categoria che rifletterebbe meglio il suo potenziale medico e ridurrebbe le pene associate al suo uso. Vediamo insieme, nel prossimo paragrafo, di cosa si tratta.

Cannabis negli USA: droga meno pesante?

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha appena proposto una riconsiderazione significativa della cannabis, in particolare come droga meno pesante, al pari del Tylenol con codeina. L’uso della marijuana sarà, dunque, un crimine federale meno grave rispetto al consumo di altre droghe pesanti come cocaina, eroina, metanfetamina e così via.

La decisione di avanzare questa proposta è giunta a seguito della raccomandazione del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, espressa nell’agosto 2023, in cui si suggeriva di riclassificare la cannabis, in linea con la revisione richiesta da Biden. L’obiettivo era quello di allineare la classificazione della cannabis con le più recenti conoscenze sui suoi potenziali benefici terapeutici, aprendo così la strada a un approccio normativo più moderno e meno punitivo.

Nonostante non si parli ancora di erba legale, l’approvazione di questa proposta rifletterebbe un riconoscimento sempre maggiore del valore medico della cannabis e un’omologazione, dal punto di vista legale e federale, tra i vari stati. La cannabis medica, infatti, è attualmente legale in 38 degli Stati Uniti, oltre che nel Distretto di Columbia, a partire dal 2024.

Ma non solo: si darebbe il via a un significativo aumento degli investimenti nel settore della cannabis, incentivando lo sviluppo di nuove tecnologie e prodotti derivati. Inoltre, si aprirebbero nuove opportunità per una ricerca scientifica più approfondita, che finalmente avrà il supporto necessario per esplorare i benefici e le proprietà terapeutiche della cannabis per una vasta gamma di condizioni mediche.

In quali stati è legale la cannabis negli USA?

Così come gli Stati Uniti sono stati i primi a proibire la cannabis, con leggi rigorose che ne hanno limitato l’uso e la diffusione, allo stesso modo sono stati all’avanguardia nei movimenti di legalizzazione

Un esempio emblematico di questo cambiamento è la decisione della California nel 1996 di legalizzarne l’uso terapeutico attraverso il Proposition 215. Ciò non solo ha trasformato il panorama legislativo negli Stati Uniti, ma ha anche avuto un impatto significativo a livello globale, contribuendo a diffondere il movimento di legalizzazione della cannabis in molti altri Paesi. 

Al giorno d’oggi, gli stati in cui il possesso, la vendita e il consumo di cannabis sono del tutto legali sono:

  • Colorado: 6 novembre 2012 (entrata in vigore l’1 gennaio 2014)
  • Washington: 6 novembre 2012 (entrata in vigore il 6 dicembre 2012)
  • Alaska: 4 novembre 2014 (entrata in vigore il 24 febbraio 2015)
  • Oregon: 4 novembre 2014 (entrata in vigore l’1 luglio 2015)
  • California: 8 novembre 2016 (entrata in vigore l’1 gennaio 2018)
  • Nevada: 8 novembre 2016 (entrata in vigore l’1 gennaio 2017)
  • Massachusetts: 8 novembre 2016 (entrata in vigore l’15 dicembre 2016)
  • Maine: 8 novembre 2016 (entrata in vigore il 30 gennaio 2017, ma la vendita è iniziata il 9 ottobre 2020)
  • Vermont: 22 gennaio 2018 (legale dal 1 luglio 2018, ma la vendita al dettaglio è stata regolamentata solo nel 2022)
  • Michigan: 6 novembre 2018 (entrata in vigore il 6 dicembre 2018)
  • Illinois: 25 giugno 2019 (entrata in vigore l’1 gennaio 2020)
  • Arizona: 3 novembre 2020 (entrata in vigore il 30 novembre 2020)
  • Montana: 3 novembre 2020 (entrata in vigore l’1 gennaio 2021)
  • New Jersey: 3 novembre 2020 (entrata in vigore l’1 gennaio 2021)
  • South Dakota: 3 novembre 2020 (decisione legale in corso, la legalizzazione è stata bloccata dalla Corte Suprema dello stato)
  • New York: 31 marzo 2021 (entrata in vigore il 31 marzo 2021, ma la vendita è iniziata il 29 dicembre 2022)
  • Virginia: 1 luglio 2021 (entrata in vigore per il possesso e la coltivazione, ma la vendita al dettaglio è prevista per il 2024)
  • New Mexico: 29 giugno 2021 (entrata in vigore l’1 aprile 2022)
  • Connecticut: 1 luglio 2021 (entrata in vigore l’1 luglio 2021, la vendita è iniziata l’10 gennaio 2023)
  • Rhode Island: 25 maggio 2022 (entrata in vigore l’1 dicembre 2022)
  • Maryland: 8 novembre 2022 (entrata in vigore l’1 luglio 2023)
  • Missouri: 8 novembre 2022 (entrata in vigore il 8 dicembre 2022)
  • Delaware: 21 aprile 2023 (entrata in vigore il 21 aprile 2023, la vendita è prevista per il 2024)
  • Minnesota: 1 agosto 2023 (entrata in vigore l’1 agosto 2023, la vendita è prevista per il 2025)
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Quali stati permettono l’uso medico della cannabis negli USA?

Gli stati che, invece, consentono il consumo di cannabis esclusivamente per scopi medici negli USA, ognuno con le proprie regole, restrizioni e limitazioni specifiche, sono numerosi e rappresentano una parte significativa del panorama legislativo statunitense. In ciascuno di questi stati, l’accesso alla cannabis è regolamentato per garantire che venga utilizzata unicamente per trattamenti terapeutici, sotto stretto controllo medico e in conformità con le leggi statali.

Ecco un elenco degli stati in questione:

  • Hawaii: 2000
  • New Hampshire: 2013
  • Iowa: 2014, solo per uso limitato di cannabis a basso contenuto di THC
  • North Carolina: 2014, solo per uso limitato di CBD
  • South Carolina: 2014, solo per uso molto limitato di CBD
  • Wisconsin: 2014, solo per uso molto limitato di CBD
  • Georgia: 2015, limitatamente ai prodotti a basso contenuto di THC
  • Louisiana: 2015
  • Wyoming: 2015, solo per uso molto limitato di CBD
  • Nebraska 2015, solo per uso molto limitato di CBD
  • Tennessee: 2015, solo per uso molto limitato di CBD
  • Texas: 2015, solo per uso limitato di cannabis a basso contenuto di THC
  • Arkansas: 2016
  • Florida: 2016
  • Ohio: 2016
  • North Dakota: 2016
  • Pennsylvania: 2016
  • Indiana: 2017, solo per uso molto limitato di CBD 
  • West Virginia: 2017
  • Kansas: 2018, solo per uso molto limitato di CBD
  • Oklahoma: 2018
  • Utah: 2018
  • Alabama: 2021
  • South Dakota: 2020, anche se la legalizzazione completa è stata sospesa in attesa di revisione legale
  • Mississippi: 2020
  • Kentucky: 2023, con limitazioni

Stati in cui è illegale la cannabis negli USA

Di tutto questo elenco, ne rimangono tre e sono proprio quelli in cui il consumo di cannabis resta totalmente illegale.

Uno di questi è il Kansas, uno stato tradizionalmente conservatore e proibizionista. Qui, la cannabis rimane illegale principalmente a causa della forte opposizione politica e culturale. Molti legislatori locali, infatti, hanno espresso preoccupazioni riguardo ai potenziali rischi della legalizzazione, inclusi l’abuso di sostanze e l’impatto sulla sicurezza pubblica. Nonostante la proposta di alcune leggi per legalizzare la cannabis medica, la resistenza politica ha impedito qualsiasi progresso significativo.

Il secondo, è l’Idaho, il quale si aggiudica la prima posizione tra gli stati più restrittivi sulla cannabis negli Stati Uniti. La forte opposizione alla legalizzazione della cannabis, sia medica che ricreativa, è radicata in valori conservatori e una visione negativa sulla droga in generale. Il governo statale ha persino cercato di emendare la costituzione per vietare la legalizzazione della cannabis in futuro. Questi fattori, combinati con una legislatura conservatrice, mantengono la cannabis illegale nello stato.

Infine, nel Nebraska, la cannabis è illegale a causa di una combinazione di fattori politici e legali. Sebbene ci sia un sostegno popolare per la legalizzazione della cannabis medica, le iniziative sono state ostacolate da sfide legali e da un contesto politico conservatore. La Corte Suprema dello stato ha persino bloccato un’iniziativa di voto sulla cannabis medica nel 2020, sostenendo che violava le norme sulle proposte di legge unitarie. 

Uno sguardo alla cannabis in Europa

Il quadro generale della situazione della cannabis negli Stati Uniti, dunque, è in continua trasformazione, con una crescente accettazione e regolamentazione della cannabis in molti stati, contrapposta a una persistente resistenza in altri. 

Ma rivolgiamo l’attenzione anche all’Europa, dove la regolamentazione della cannabis varia notevolmente da paese a paese. Sono pochi i Paesi che hanno legalizzato la cannabis ricreativa, come il Portogallo, la Spagna, la Germania e i Paesi Bassi che adottano approcci più tolleranti, mentre molti altri mantengono politiche restrittive. 

Per quanto riguarda l’uso medico della cannabis, in Europa è più ampiamente accettato ma l’accesso e la regolamentazione differiscono notevolmente a livello nazionale.

In Italia, la cannabis medica è legale già dal 2007, ma accedervi rimane una vera e propria impresa a causa delle rigide regolamentazioni. La cannabis ricreativa, invece, è ancora illegale nel nostro Paese, nonostante vari tentativi di riforma legislativa e un crescente dibattito pubblico sulla necessità di depenalizzare il possesso per uso personale. 

L’unica forma di cannabis disponibile legalmente è l’erba legale, nota anche come cannabis light, che contiene bassi livelli di THC, sebbene anche questo mercato sia recentemente soggetto a incertezze normative.

Conclusione

Guardando al futuro, la proposta del Dipartimento di Giustizia di riclassificare la cannabis come droga meno pesante potrebbe segnare un punto di svolta cruciale per la regolamentazione della cannabis negli Stati Uniti. Se approvata, questa misura potrebbe non solo facilitare una maggiore coerenza tra le leggi statali e federali, ma anche stimolare investimenti e ricerche scientifiche più approfondite, aprendo nuove opportunità nel settore.

A livello globale, questo cambiamento potrebbe influenzare le politiche di altri Paesi, spingendo verso un approccio più progressista e basato sull’evidenza nella gestione della cannabis. Tuttavia, per realizzare appieno il potenziale di questa riforma, sarà essenziale che vengano accompagnate da iniziative educative e una chiara regolamentazione che promuova un uso responsabile e informato.

La direzione intrapresa sembra indicare un movimento verso una maggiore liberalizzazione e regolamentazione, ma le sfide, sia negli Stati Uniti che in Europa, restano significative.

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