Negli ultimi anni la cannabis light ha guadagnato una grande popolarità in Italia grazie alle concessioni dello Stato, tanto che decine di persone hanno deciso di avviare una nuova attività imprenditoriale offline o online.
Tuttavia, recenti proposte governative hanno sollevato interrogativi sulla sua futura disponibilità sul mercato da parte di venditori privati. Secondo queste richieste, l’intenzione sarebbe quella di stabilire un monopolio statale per la vendita di cannabis, esattamente come al momento avviene per le sigarette tradizionali ed elettroniche.
La cannabis light, nota anche come erba legale, ha trovato un mercato in crescita grazie alle sue proprietà terapeutiche potenziali. Le proposte di un monopolio statale sulla vendita di cannabis hanno sollevato quindi preoccupazioni tra gli imprenditori e i consumatori. Coloro che attualmente operano nel settore temono che queste misure potrebbero portare alla chiusura delle loro attività o limitare notevolmente l’accesso al prodotto per i consumatori.Attualmente la cannabis light è ancora in vendita? È in fase di discussione se queste idee diventeranno effettive e se il mercato della cannabis light subirà un cambiamento radicale. Gli appassionati e gli utenti, così come gli esperti del settore, sono in attesa di nuovi aggiornamenti. Resta da vedere come si svilupperanno le decisioni legislative e quali conseguenze avranno sul futuro della cannabis light in Italia.
Qual è la cannabis light?
La cannabis light è una varietà caratterizzata da un basso contenuto di tetraidrocannabinolo (THC) e un alto contenuto di cannabidiolo (CBD). Il THC è il principale composto psicoattivo presente nella cannabis che causa l’effetto di “sballo” associato al consumo di marijuana. Al contrario, il CBD è un composto non psicoattivo che è stato oggetto di crescente interesse per il suo potenziale benefico e curativo.
La differenza principale tra la cannabis light e la cannabis illegale risiede nel contenuto di THC. Nella maggior parte dei Paesi dove è legale l’erba in Europa, tra cui l’Italia, il limite stabilito per il THC è generalmente inferiore allo 0,6% o allo 0,2%. Questo livello di THC è considerato troppo basso per produrre effetti psicoattivi significativi. Di conseguenza, la cannabis light non provoca gli stessi risultati “sballanti” o le alterazioni della coscienza associati alla cannabis ad alto contenuto di THC.
Gli effetti della cannabis light sono generalmente più sottili e si concentrano sulle proprietà terapeutiche del CBD. Queste possono includere un senso di calma, rilassamento muscolare e sollievo da lievi dolori o infiammazioni.
È bene ricordare che le leggi possono variare da Paese a Paese, quindi ciò che viene considerato legale in una nazione potrebbe non esserlo in un’altra.
Chi può vendere la cannabis light?
Attualmente la cannabis light viene venduta da esercizi commerciali di diverso tipo. A livello locale puoi trovare il prodotto sia presso tabaccherie sia negozi di sigarette elettroniche. Sono anche sorti punti vendita specializzati in CBD. In alternativa, trovi prodotti anche nelle erboristerie e addirittura nei bar.
Sul web sono sorti invece molti siti specializzati proprio nella vendita di erba legale e qui trovi solitamente una scelta di prodotti molto vasta.
Quindi, la cannabis light è ancora in vendita? Al momento sì, e puoi trovarla in molti esercizi commerciali. Questo perché la legge italiana si è pronunciata per quanto riguarda la coltivazione ma non anche la vendita. Per questo motivo il bacino di venditori che possono commerciare il prodotto è veramente ampio.
Ma vediamo nello specifico cosa viene detto all’interno della legge sulla cannabis, sia per quanto riguarda la legalizzazione in vigore già da qualche anno sia per il futuro di questo prodotto apprezzato ma dibattuto.
Cosa dice la legge in Italia sull’erba legale?
In Italia, la coltivazione e la vendita di cannabis light sono regolate dalla legge n. 242 del 2016, che stabilisce i requisiti per poter operare in questo settore.
Secondo tale legge, chi vuole coltivare la cannabis light in Italia deve essere in possesso di un’autorizzazione del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che verifica il rispetto delle norme sulla tracciabilità e sulla qualità dei prodotti. Inoltre, i prodotti devono avere una concentrazione di THC inferiore allo 0,2%, e devono essere creati in ambito industriale solo per determinate finalità.
La cannabis light in Italia è quindi un prodotto legale, ma con delle limitazioni e dei controlli. E le limitazioni potrebbero essere di più in futuro. Recentemente è stato infatti proposto un emendamento alla delega fiscale per sottoporre il settore della cannabis al monopolio statale, come avviene per le sigarette. Al momento pare che l’emendamento sia stato accantonato, ma l’inserimento di nuove restrizioni per il settore sembra essere un desiderio della Meloni che vuole introdurre autorizzazioni e tassazioni. Sotto certi aspetti, che comprendono il divieto vendita ai ragazzi sotto i 18 anni e l’uso nei locali, la legalizzazione della cannabis potrebbe subire un’ulteriore morsa.
Qual è la migliore cannabis light?
Questa è una domanda che molti si pongono, ma che non ha una risposta univoca. In generale, si può dire che la migliore cannabis light è quella che soddisfa le proprie esigenze e preferenze personali.
Alcuni fattori da considerare sono:
- Provenienza: la cannabis light dovrebbe essere coltivata in modo naturale e biologico, senza l’uso di pesticidi o fertilizzanti chimici, inoltre dovrebbe essere tracciata e certificata per garantire la sua sicurezza e legalità;
- Genetica: deriva da tipi di canapa industriale selezionati per avere un basso contenuto di THC e un alto contenuto di CBD, alcune delle varietà più note sono la Super Skunk, la Purple Haze e l’Amnesia;
- Metodo di estrazione: influisce sulla purezza e sulla concentrazione dei principi attivi, in generale si consiglia di scegliere prodotti con metodi di estrazione a CO2 supercritica che preservano meglio le proprietà della pianta;
- Rapporto tra THC e CBD: la cannabis light ha un rapporto tra i due principali cannabinoidi molto sbilanciato a favore del CBD, tuttavia il THC e le altre sostanze hanno anch’esse un ruolo importante perché, ove presenti, sembra che potenzino gli effetti del CBD.
In conclusione, non esiste una cannabis light migliore in assoluto, ma dipende dai gusti e dalle esigenze di ciascuno. L’importante è scegliere prodotti di qualità, controllati e certificati, e utilizzarli con moderazione e responsabilità.
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Quali altri prodotti con le proprietà della cannabis light?
Come abbiamo accennato, esistono diversi prodotti che sfruttano tutto il potere benefico del CBD per soddisfare le diverse esigenze dei consumatori. C’è infatti chi prova per curiosità ma anche chi vi ricorre per trattare una condizione o una malattia specifica.
Visto che al momento la cannabis light è ancora in vendita, ecco alcune delle soluzioni disponibili sul mercato:
- Olio di CBD: è uno dei modi più comuni per utilizzare il principio attivo grazie alla sua praticità e alla disponibilità di varie formulazioni e concentrazioni;
- Integratori di CBD: sono capsule predosate contenenti che possono essere ingerite come un normale integratore alimentare;
- Creme e unguenti al CBD: vengono applicati a livello topico, quindi direttamente sulla pelle, per aiutare ad alleviare dolore o infiammazione localizzati;
- Tisane e caramelle: esistono anche prodotti più gustosi che aiutano ad approcciarsi al CBD in modo graduale e anche divertente.
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