Ancora una volta, il TAR del Lazio ha fermato il governo sulla stretta alla Cannabis light, sospendendo il decreto ministeriale firmato dal Ministro della Salute Orazio Schillaci che, entrato in vigore il 5 agosto 2024, aveva aggiornato le tabelle delle sostanze psicotrope e stupefacenti inserendo i prodotti a base di CBD (cannabidiolo) per uso orale estratti dalla Cannabis. La decisione dei giudici del tribunale amministrativo rappresenta un’importante vittoria per il settore, che rischiava di subire gravi danni economici, sociali e occupazionali.

Il provvedimento del Ministero della Salute, contestato dagli operatori del settore attraverso un ricorso, vietava l’importazione, la lavorazione, il commercio e tutte le attività relative alle infiorescenze di Cannabis sativa L., inclusi gli estratti, le resine e gli oli derivati, applicando severe sanzioni per chi violava le nuove disposizioni. Questo emendamento, inserito nel ddl Sicurezza, avrebbe messo a rischio un mercato che in Italia conta circa 800 aziende, con migliaia di posti di lavoro e un fatturato annuo di circa 500 milioni di euro.

Imprenditori Canapa Italia, attraverso il supporto legale degli avvocati Dario De Blasi, Alberto Gava e Francesco di Prestige Legal & Advisory, ha esultato per la sospensione del decreto, evidenziando che il giudice amministrativo ha riconosciuto la fondatezza delle loro argomentazioni. In particolare, è stato rilevato il grave e irreparabile danno che l’applicazione del decreto avrebbe causato all’intero settore, incluse possibili conseguenze di natura penale per gli operatori economici coinvolti.

Mirko Cuneo, imprenditore del settore canapa da 5 anni e parte attiva dell’associazione CSI – Canapa Sativa Italia, ha espresso la sua preoccupazione in precedenza, paragonando il divieto della cannabis light a proibire la birra analcolica per combattere l’alcolismo. La sospensione del decreto, pertanto, non solo rappresenta un sollievo per gli operatori, ma anche una difesa del lavoro di migliaia di persone coinvolte nella filiera della canapa, un settore che continua a crescere nonostante le sfide normative.

Questa sospensione evidenzia la tensione tra il tentativo di regolamentazione governativa e la realtà economica e sociale di un settore in espansione, dove la domanda di prodotti a base di CBD continua a crescere per le loro proprietà benefiche e non psicotrope. La decisione del TAR del Lazio segna dunque un importante momento di riflessione sulle politiche future e sulle reali esigenze di regolamentazione che bilancino la sicurezza pubblica con il diritto di impresa e la libertà di mercato.

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